La tormentata storia dell’ACR Messina, nato nel 2009 da una costola del FC scomparso ingloriosamente in un’aula di tribunale, è stata fin qui caratterizzata da sporadici trionfi, come quello per il ritorno tra i professionisti, e tante, troppe, delusioni. A più riprese, il futuro del club è apparso segnato, come quando in serie D si scongiurò in extremis la quarta rinuncia, che avrebbe portato alla cancellazione del titolo.
Hanno pesato gestioni societarie poco felici, la crescente disaffezione che rende gli anni di Buonocore, Caccia e Catalano solo un pallido ricordo, e la crisi economica di un territorio che ha perso aziende, posti di lavoro e i suoi giovani (siamo la prima città d’Italia per “fuga” di laureati). Il calcio rappresenta in fondo un’efficace fotografia di quanto accade fuori dagli stadi.
Con il termine ultimo del ricorso ormai alle porte (il gong risuonerà alle ore 19 di venerdì 14 luglio), la proprietà sta predisponendo gli incartamenti necessari per salvare il patrimonio rappresentato dalla serie C. Nel silenzio mediatico che ha caratterizzato l’ultimo mese, a nostro avviso una scelta infelice nei confronti degli oltre mille impagabili abbonati, possiamo affidarci soltanto alle indiscrezioni.
Si lavora per risolvere tutto “in volata”, con l’aspetto cardine rappresentato dalla famigerata fideiussione da 350mila euro, a garanzia dei futuri impegni economici. Un’operazione che tra broker unico, premio e passivo accumulato dal club, che ormai sembra avere un rating degno della Grecia di Varoufakis, si è rivelata più ostica del previsto. Nelle ultime ore sarebbe emersa inoltre una problematica legata a versamenti di imposte pregresse mai onorati, che ha allungato la lista degli “imprevisti” del Monopoli giallorosso.
A fare da contraltare alle immancabili sgradite sorprese, quelle che secondo l’ormai ex tecnico Cristiano Lucarelli si materializzavano alla vigilia di ogni impegno ufficiale, la rinnovata disponibilità dei tesserati, che dopo avere salvato il Messina sul campo – a dispetto dell’instabilità societaria – si sarebbero detti pronti ad andare incontro ulteriormente alla proprietà.
Considerando che in C le cifre che gli vengono riconosciute non hanno nulla a che fare con quelle delle categorie superiori e che la crisi dell’ACR li ha costretti ad attendere le buone nuove con grandissima pazienza, a questi ragazzi va comunque il commosso ringraziamento di una piazza che pure aveva rumoreggiato quando apprese la notizia di qualche doloroso addio.
A proposito, le ultime frenetiche ore dimostrano che non appena l’agognata fumata bianca si concretizzerà, andranno rimpiazzati i segretari Alessandro Raffa ed Antonino Minutoli, ora assoldati da Leonzio e Catania, che negli ultimi anni – in momenti così delicati – hanno contribuito a tenere a galla una barca costretta a fronteggiare mari tempestosi.