La grana fideiussione fa tremare Messina, Akragas e Casertana, che in settimana potrebbero incassare una penalizzazione di uno o due punti, come preannunciò anche il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina. La posizione più delicata è quella dei campani, che a causa dei versamenti dell’Iva relativi alla passata stagione rischiano addirittura il -3. Un anno fa un punto di sanzione fu comminato al Benevento, che riuscì poi comunque ad ottenere la promozione in serie B.
In estate ai club è stata data la possibilità di assicurare la propria solvibilità, in vista dei numerosi paletti di natura economica imposti dai regolamenti, con una fideiussione, che poteva essere bancaria, finanziaria, assicurativa o legata ai fondi di garanzia. L’ACR ha scelto quest’ultima opzione e presentò entro il termine del 30 giugno gli incartamenti richiesti.
In seconda battuta però la Banca d’Italia non ha accettato la fideiussione presentata dall’istituto al quale si è rivolto il Messina, ritenuto non sufficientemente affidabile. A questo punto è stata concessa una proroga di una settimana, che la società ha sfruttato per ripresentare le garanzie richieste. A fine settembre ai peloritani è stato notificato un avviso di conclusione indagini. L’allora legale Giovanni Villari presentò una memoria difensiva e specificò: “Consideriamo il deferimento un atto dovuto. Il procedimento disciplinare comporta la citazione in giudizio dei legali rappresentanti e della società”.
La Procura Federale lo notificò al presidente Natale Stracuzzi, ai soci Piero Oliveri e Pietro Gugliotta ed a Mario Antonio Grossi, componente esterno del consiglio di amministrazione vicino proprio al socio della “Antares”, società di costruzioni che detiene il 10% delle quote del club.
Gugliotta affidò la propria difesa al legale campano Eduardo Chiacchio, uno dei guru del diritto sportivo italiano. L’avvocato è intervenuto telefonicamente a Rtp, lamentando la ritardata trasmissione della documentazione: “Ho ricevuto incarico formale soltanto nella giornata di sabato. Ho chiesto gli atti al Tribunale Nazionale Federale, anche perchè martedì 15 novembre è l’ultimo giorno utile per depositare le memorie difensive. È evidente che non sarà facile fare valere le ragioni del Messina. Con Gugliotta avevo avuto comunque contatti già in precedenza”.
Venerdì a Roma, in mattinata, è in programma l’udienza dibattimentale e Chiacchio preferisce non alimentare false illusioni: “L’inadempimento al 30 giugno è evidente, anche se si è cercato di riparare in seguito, con la presentazione di una seconda fideiussione. A mio avviso bisogna invocare l’errore scusabile. Determinante sarà la posizione di Procura e Tribunale Federale. L’errore è stato indotto dalla Lega, che aveva indicato la “Gable” come un soggetto affidabile. Ovviamente se la successiva esclusione dalla lista delle società abilitate è stata comunicata prima della scadenza diventa difficile dimostrare l’estraneità del club”.
A rischiare una sanzione non è soltanto l’ACR: “I quattro deferiti rischiano sei mesi di squalifica e un’ammenda, anche se la posizione del dottor Gugliotta dovrebbe comunque essere diversa – ha aggiunto Chiacchio – C’è una controparte istituzionale, la Procura Federale, che farà di tutto per ottenere la condanna del Messina. L’accusa parte sicuramente favorita in questa disputa. Chi esce soccombente potrà comunque presentare ricorso”.
L’unica buona notizia è legata al fatto che, anche in caso di condanna, l’ACR non subirà altre ripercussioni di natura economica. Sul punto Chiacchio tiene a rassicurare la tifoseria giallorossa: “Non c’è alcun blocco dei contributi per le società che verranno eventualmente penalizzate per i ritardi nella presentazione della fideiussione, perché si tratta di inadempimenti relativi all’iscrizione al campionato. Per la Lega Pro, ai fini del riconoscimento dei fondi legati alla valorizzazione dei giovani, contano invece i pagamenti di stipendi e contributi”. Che fin qui il Messina ha sempre onorato.