Una grande occasione persa, ma che lascia la sensazione di un Messina finalmente in grado di giocarsela ad armi pari con tutti. Ecco cosa deve lasciare in eredità la sfida interna contro il Gela, perché è giusto provare amarezza e delusione per una vittoria che sembrava ormai cosa fatta, oltre che meritata, ma che non può prevalere rispetto ai sentimenti positivi che devono essere più forti di ogni delusione.
La truppa di Pippetto Romano è arrivata al “Franco Scoglio” con i gradi di squadra difficile da affrontare, sfoggiando quei Gallon e Moi tanto desiderati da Venuto in estate. Il primo tempo ha offerto poco, i peloritani hanno avuto una certa supremazia territoriale ma dall’altro lato i biancoblù hanno creato delle situazioni interessanti con qualche penetrazione laterale, ma di vere occasioni non si può parlare.
L’attacco del Messina è parso volenteroso ma sterile. Lia in fase offensiva ha fatto vedere cose discrete, mentre buoni segnali sono arrivati soprattutto dal giovane Polito, subito gettato nella mischia da Venuto e capace di giocare una gara attenta sotto il profilo difensivo, ma anche della personalità.
Le note stonate sono arrivate da Dezai e Pezzella. Il colored si è mostrato ancora una volta spaesato nel ruolo di prima punta, ha spesso girato a vuoto facendosi trovare quasi costantemente con le spalle alla porta, mostrando anche poca incisività nell’uno contro uno. L’ex Akragas, invece, fa fatica ad illuminare la mediana e se vorrà rispettare le ottime premesse risalenti al suo arrivo in riva allo Stretto dovrà offrire ben altre prestazioni.
La musica è cambiata nella ripresa. Gli inserimenti di Cocuzza e soprattutto Maiorano, hanno dato linfa nuova ad un Messina uscito alla distanza. Il centrocampista campano ha offerto verticalizzazioni interessanti, che hanno reso la manovra più veloce e imprevedibile.
Con l’aumentare dell’intensità della gara è cresciuta anche la prestazione di Marco Rosafio. L’attaccante italo-svizzero ha dimostrato di meritare qualcosa di più della serie D e può essere un valore aggiunto per il campionato dei giallorossi. Pericoloso nell’uno contro uno e capace di sfornare assist interessanti.
L’ex Juve Stabia ha messo il becco in tutte le azioni pericolose della ripresa. Ma come ha ben detto Venuto a fine gara, al di là dei limiti che non sono certamente scomparsi nel nulla come per magia, il Messina di questo inizio di stagione paga a caro prezzo ogni minima distrazione.
Ragosta spreca malamente la palla del 2-0 e così poco dopo, su una palla lenta e centrale la difesa si apre come le acque del Nilo e a Bruno non resta altro da fare che franare addosso a Gallon. Oltre al danno arriva la beffa che il rigore del apri sia stato messo a segno da Bonanno, messinese doc con trascorsi nella precedente Acr.
L’ennesimo paradosso di un inizio di stagione da buttare, ma mai come adesso si intravede luce alla fine del tunnel. Per uscire definitivamente dalla crisi serve però un colpo da tre punti. Magari già sul campo della Gelbison, anche perché alcune grandi ed altre annunciate protagoniste, come Palazzolo, Troina, Palmese e Igea Virtus, hanno cominciato a correre. Bisognerà saggiarne la tenuta alla distanza.