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Il Messina tornerà al Celeste? La capienza è limitata, la Gradinata inutilizzabile

In attesa di una schiarita dal punto di vista societario e soprattutto della definizione di un organico che possa partire per il ritiro precampionato, ci siamo interrogati sulla fattibilità del progetto di riapertura del “Giovanni Celeste”. Un’ipotesi che peraltro torna spesso d’attualità, praticamente ogni estate. Il San Filippo, concepito in tempi in cui il calcio richiamava ben altre folle allo stadio, è chiaramente sovradimensionato rispetto alle esigenze di un club che si è abituato a fare la spola tra C e D. Troppo dispersivo a fronte delle attuali presenze e soprattutto non facilmente raggiungibile, anche perché l’efficiente sistema di bus navette predisposto da Comune ed Atm per i concerti di Vasco Rossi e Jovanotti non potrà certo essere riproposto in campionato, a meno che la società non si attivi in tal senso, coprendone almeno in parte i costi.

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Lo stadio “Giovanni Celeste” dopo i lavori effettuati dal Città di Messina negli anni scorsi

Il San Filippo non è facilmente gestibile anche dal punto di vista economico, tanto che l’attuale presidente del Messina Pietro Lo Monaco ha ripetuto in ogni intervista rilasciata nell’ultimo triennio che i costi erano insostenibili e venivano appena coperti dalle entrate. Tutti i migliori club europei stanno riducendo la capienza dei loro stadi e progettano o realizzano nuovi impianti nei quali i posti a sedere disponibili sono molti di meno rispetto al passato. Ecco quindi che una struttura più ristretta, in grado anche di ricreare l’effetto tipico dei vecchi “campi”, potrebbe rappresentare la migliore soluzione anche per l’ACR.

Non mancano comunque le riserve. L’ultima agibilità del “Celeste” è scaduta infatti nell’aprile del 2014 e da ormai quindici mesi, a livello di carte, lo stadio non è formalmente in regola. Il Città di Messina, che lo rimise a nuovo investendo ingenti somme, disputava peraltro le gare casalinghe con una capienza limitata a quota 2.000 spettatori, divisi tra la Tribuna Coperta e la Tribunetta Valeria, destinata alle tifoserie ospiti. Soltanto in occasione del derby con l’ACR del 3 febbraio 2013 venne concessa una deroga, limitata a quella singola sfida, che estese la capienza fino a 4.500 posti, con la riapertura della Curva Sud.

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Una panoramica degli spalti del “Celeste”. La Gradinata non potrà essere riaperte, mentre le Curve e la Tribuna Coperta sono state rimesse a norma

Il grande grattacapo è originato piuttosto dall’impossibilità di messa a norma della Gradinata. Le vie di fuga garantite dalla via Oreto sono infatti troppo ristrette e l’entrata in vigore di recenti normative non consentirà più il suo utilizzo. Per intenderci, un’apertura al pubblico si potrebbe immaginare soltanto in seguito all’abbattimento (!) di qualche palazzina che sorge a ridosso dello stadio: un’eventualità che semplicemente non potrà mai essere presa in considerazione. Ecco quindi che la capienza dello stadio potrà essere aumentata soltanto in parte rispetto ai 2.000 posti garantiti alla società di Conti Nibali e De Leo e non è detto che nel frattempo non sia cambiato qualcosa anche per la Commissione di Vigilanza, dal momento che facciamo riferimento a standard in vigore due anni fa.

Va evidenziato comunque che le maestranze incaricate dal Città di Messina realizzarono non soltanto in Curva Sud ma anche in Curva Nord dei nuovi servizi igienici, sostituirono le porte anti-sfondamento e riverniciarono interni ed esterni della struttura. Un paradosso quindi che lo storico settore destinato negli anni d’oro del calcio messinese ad alcuni club organizzati non sia stato quindi mai riaperto! Fumata bianca anche sul fronte del collaudo decennale, quello che il Comune ha ottenuto nei mesi scorsi al San Filippo, dopo mesi di apprensione. Venne infine certificata l’idoneità delle torri faro, che mancava dal 2005.

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Una delle panchine del glorioso impianto di via Oreto

Insomma, non sarà semplice ottenere tutte le carte necessarie ma una base di partenza c’è, dopo gli anni di abbandono seguiti al trasferimento del FC Messina dal “Celeste” al San Filippo. Se davvero il percorso inverso dovesse concretizzarsi, resta da capire cosa accadrebbe al principale impianto cittadino. La precaria tenuta del manto erboso del “Celeste”, oggi peraltro un lontano ricordo dopo la mancata manutenzione da parte della società di Lo Monaco, suggerirebbe comunque di utilizzarlo soltanto per le gare ufficiali e non per gli allenamenti settimanali. La messa a norma ed il recupero della capienza da 40.000 posti potrebbero essere il preludio all’organizzazione di nuovi spettacoli o magari di un’amichevole di lusso e portare qualche introito ad una città e ad una squadra davvero a secco di euro.

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