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Messina

Il Messina torna finalmente nel suo campo e prova a sfatare il tabù Turris

La lunga attesa è finita. Dopo oltre quattro mesi il Messina torna finalmente nel suo stadio e l’occasione è peraltro prestigiosa, dal momento che si trova di fronte la squadra più in forma del campionato, la Turris capolista a punteggio pieno grazie alle vittorie con Benevento (3-1), Crotone (3-2) e Sorrento (3-2) e alle nove reti in appena 270′. I campani nell’ultimo biennio hanno vinto tutte e quattro le sfide con l’Acr, che si trova quindi subito di fronte un’autentica “bestia nera”.

Turris
Giannone ha appena celebrato le cento presenze nella Turris

La formazione di Bruno Caneo non era certo inserita tra le favorite per il salto di categoria ma la rosa è di grande livello e il gioco ha una chiara matrice offensiva. L’esperto Maniero ha già realizzato tre reti e cerca l’ottava stagione in doppia cifra della carriera. L’ala Cum, prelevata dal Matera, è tra le piacevoli rivelazioni, al di là dei due gol all’attivo. Scaccabarozzi, che domenica ha siglato una doppietta, ha giocato cento gare da protagonista nell’ultimo triennio con la Juve Stabia.

Si sono sbloccati anche Nocerino e D’Auria e il capitano Giannone (già 25 gol con la Turris) è un altro big per la categoria. Pesante la squalifica di Frascatore, elemento chiave per la retroguardia campana, a segno nel 3-0 rifilato dai campani al Messina nel passato torneo. Avversario a parte, la grande incognita è legata alle tre settimane di stop forzato, imposto dai rinvii delle gare con Casertana e Taranto. Il ritmo partita andrà ritrovato.

Giacomo Modica
Il tecnico Giacomo Modica in piedi davanti alla panchina (foto Andrea Rosito)

Il Messina ha fatto bene a Cerignola, trovando due gran gol con Tropea e Firenze e mostrandosi audace e combattivo. Per Giacomo Modica sarà però un esordio a scatola chiusa. La squadra non conosce il fondo del “Franco Scoglio”, oggetto di interventi dopo i concerti estivi e apparso non ancora al top, e ci ha disputato appena un paio di allenamenti anche per preservarne la tenuta in attesa di un ottobre intensivo, ricco di sfide, tra Coppa Italia, turni infrasettimanali e recuperi.

Si sono ridestati interesse ed entusiasmo. I tempi d’oro restano distanti e la piazza tiepida nei confronti di una proprietà spesso contestata. Ma è innegabile che le iniziative avviate dal club per coinvolgere le scuole e riportare i giovani allo stadio vanno nella giusta direzione. La campagna abbonamenti è stata estesa e sono già 400 le tessere in più staccate rispetto al passato torneo, quando non si raggiunse quota 1.000.

Firenze e Plescia
Firenze e Plescia verso la promozione dal primo minuto (foto Ciccio Saya)

Per il Messina abbondanza al centro della difesa, dove il rientrante Manetta e Pacciardi sembrano favoriti su Polito e Ferrara. Sulle corsie appaiono scontate le conferme di Lia e Tropea, per cui sarà prodigo di consigli il portiere Fumagalli, uno dei leader dello spogliatoio. L’ultimo grattacapo è originato dalle assenze contemporanee di Franco (squalificato) e Giunta (acciaccato al pari di Salvo). Il destino ci ha messo lo zampino, mettendo ko proprio i due messinesi del gruppo.

A centrocampo le scelte sembrano quindi obbligate, con Frisenna play, Scafetta e Firenze (che sarebbe all’esordio dal 1′) a giostrare in posizione da mezzala. Buffa, appena rientrato dall’infortunio, e Ortisi, riscoperto terzino sinistro, le opzioni dalla panchina. Plescia va verso la promozione da titolare al centro dell’attacco, con il vivace Zunno e uno tra Cavallo, altra sorpresa del precampionato, e il più esperto Emmausso a giostrare ai lati.

Giulio Frisenna
Giulio Frisenna dovrebbe agire da play in mezzo al campo (foto Andrea Rosito)

Ragusa e Zammit, appena aggregato, non sembrano avere ancora i novanta minuti nelle gambe. L’esordio casalingo insomma è tosto e il Messina vuole evitare un brusco risveglio dopo una lunga pausa inattesa. Le buone sensazioni emerse dopo Cerignola e il test amichevole con il Valletta, unite al fattore campo, trasmettono comunque fiducia agli appassionati. Che chiedono prima di tutto una squadra vogliosa di lottare e spremersi per la maglia, al di là di limiti tecnici o di budget e dell’inevitabile assillo del risultato, che pure nel calcio fa sempre tanto se non tutto.

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