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Messina

Il Messina sprofonda in D dopo un’annata da horror. Chi ricomporrà i cocci?

L’epilogo è il più amaro possibile per il calcio peloritano, che si appresta a vivere un autentico “anno zero”. Anche al San Filippo la Reggina ha dimostrato di essere più squadra, smascherando i clamorosi limiti di un Messina allestito male in estate ed incapace di raddrizzare la rotta nonostante i lodevoli sforzi di Nello Di Costanzo. Se all’andata era stato Insigne a scatenare la gioia degli amaranto, nel ritorno a chiudere i conti ci ha pensato Balistreri, uno dei tanti calciatori trattati a gennaio dal club di Lo Monaco e poi accasatisi altrove. Al di là di ogni campanilismo va ammesso con sportività che sul campo si è imposta la formazione che meglio ha interpretato i 200’ di gioco di questi play-out, perdendo tempo con astuzia ed innervosendo un avversario già in crisi di autostima e consapevolezza.

Pietro Lo Monaco
Ha colpito l’assenza di Pietro Lo Monaco dal San Filippo, nel giorno più importante della stagione…

Ovviamente sarà destinata a restare negli annali la clamorosa decisione del Coni, che ha reso possibile questo doppio derby a 48 ore dalla sfida tra Messina e Savoia, che invece una settimana dopo si ritrovano insieme in D. La Reggina festeggia una salvezza sulla quale anche sull’altra sponda in pochi avrebbero scommesso soltanto fino a dieci giorni fa. Un boccone amaro impossibile da digerire per la tifoseria giallorossa, commovente nel pre-partita e fino al vantaggio ospite. Alla vigilia del match la Curva Sud ha provato invano a caricare la squadra, con i cori e l’abbraccio che hanno preceduto il venerdì notte. Ma se si considera che nella doppia sfida le occasioni da rete create possono essere contate sulle dita di una mano, evidentemente sono emersi ancora una volta i limiti psicologici oltre che tecnici di una rosa incompleta e poco competitiva.

Nello Di Costanzo
Nello Di Costanzo non è riuscito nel miracolo… Ma aveva a disposizione una rosa che ha deluso tutte le aspettative

Rispetto ad un anno fa neppure la mini-rivoluzione di gennaio è servita per tappare le falle ed il mercato condotto all’insegna dell’austerity è stato pagato a carissimo prezzo. Anche nella sfida decisiva Di Costanzo ha avuto come uniche frecce nel suo arco, per l’arrembaggio finale, Donnarumma, peraltro tra i più positivi, e Bonanno, un ’95 dal quale sarebbe ingeneroso pretendere di più. Un autentico oggetto misterioso il brasiliano De Paula, non pervenuto in questi mesi come il rumeno Marin, che Lo Monaco aveva indicato come soluzione utile per una corsia sinistra sulla quale il Messina ha sofferto a lungo. Vi risparmiamo la lunga lista di “rinforzi” che fin dal ritiro hanno deluso le aspettative: il campo ha parlato in questi mesi ed i numeri sono impietosi.

Neppure l'intramontabile Giorgio Corona, autore di 12 reti in campionato, è riuscito a tenere galla un deludente Messina
Neppure l’intramontabile Giorgio Corona, autore di 12 reti in campionato, è riuscito a tenere galla un deludente Messina

I giallorossi hanno chiuso la stagione regolare da quintultimi, davanti a quattro squadre che però erano vittime di penalizzazioni. Nelle ultime 31 gare, dopo la vittoria con la Vigor Lamezia, sono maturate soltanto 3 affermazioni: nell’illusorio derby di ritorno, con un Savoia presentatosi in riva allo Stretto imbottito di “Berretti” e con una Salernitana in festa per l’approdo in serie B… Insomma, Coni a parte, le porte della D si spalancano per una squadra che è stata protagonista di un’annata da horror. “Re” Giorgio Corona, ultimo ad abdicare, ha predicato a lungo nel deserto e non è bastata neppure la verve di Ciciretti, che ha provato invano ad illuminare l’abulico gioco offensivo dei peloritani, e Mancini, che in questa doppia sfida ha paradossalmente inciso più nella sua metà campo, con alcune chiusure provvidenziali.

Coreografia derby playout
La straordinario coreografia per il derby della Curva Sud, unica immagine da salvare in una domenica da incubo

Merita comunque la copertina la splendida coreografia della Curva Sud, che ha fotografato al meglio la voglia di calcio di una tifoseria mortificata a più riprese da una proprietà già avulsa da mesi dal territorio, che è riuscita a vanificare il precedente doppio salto di categoria. Lo Monaco aveva traghettato dopo cinque anni il Messina dalla D alla Seconda Divisione e poi in C unica ma adesso lo lascia proprio tra i Dilettanti. Nel giorno più importante era addirittura fuori sede: un’assenza che mortifica una città e che non può essere accettata, al di là di ogni investimento, così come vanno censurate le continue querelle con l’Amministrazione sul fronte dell’ordine pubblico e della concessione dei mezzi di trasporto per le tifoserie. Considerati i reiterati annunci di disimpegno ed un rapporto con la piazza ormai compromesso, appare complicato immaginare un proseguo.

Aronica
Reggina premiata dall’esperienza dei suoi senatori: Belardi, Cirillo ed Aronica determinanti nella doppia sfida

Difficile capire quale sorte attende il calcio peloritano, costretto per la terza volta in cinque lustri a ripartire praticamente da zero, a dispetto della grande passione della sua gente. Ovviamente la retrocessione fa più male perché a far festa nell’altra metà campo e sulla sponda opposta dello Stretto è la Reggina. Merito a Lillo Foti, sicuramente più presente nella fase clou della stagione. A premiarlo anche i suoi “senatori”: Belardi, decisivo su Orlando nel finale, Cirillo ed Aronica, perfetti nel limitare le sortite offensive degli avversari. Il palermitano si è beccato gli insulti di un intero stadio, che non gli ha perdonato un cambio di casacca arrivato dopo oltre cento apparizioni in giallorosso, ma ha fatto pesare tutto il suo mestiere. La permanenza in Lega Pro potrebbe essere anche il miglior viatico sul fronte societario, dal momento che una cordata australiana sembra pronta a subentrare nella gestione. Costretti ad incassare gli sfottò dei cugini, i tifosi del Messina possono invece aggrapparsi alla speranza che qualche imprenditore possa decidere di investire e riportare in alto la casacca biancoscudata. Ma per il momento si intravede soltanto un’estate all’insegna delle incognite.

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