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Il Messina si aggrappa ad un precedente: il Barletta come la Nocerina?

L’ACR ed il suo pool di legali si aggrappano ad un precedente. Nel lungo dibattimento relativo al secondo grado del processo su “Dirty Soccer” il legale Giovanni Villari ha citato infatti il caso della Nocerina. Punita in primo grado con una sanzione che per inefficacia ricorda proprio la prima pronuncia relativa al Barletta.

La Corte Federale d’Appello al gran completo. Le pronunce di secondo grado sono di competenza delle sezioni unite

L’avvocato messinese ha ricordato che “anche in quel caso la Procura Federale chiese in prima battuta il riconoscimento di un coinvolgimento diretto del club, che fu però condannato soltanto a titolo di responsabilità oggettiva. A pesare il comportamento perpetrato da una figura che era considerata da tutti come il presidente ma si scoprì poi non esserlo formalmente”. Davanti ai magistrati della Corte Federale d’Appello, Villari ed il collega bolognese Fabrizio Duca, uno dei legali dello studio di Mattia Grassani, hanno rimarcato che l’ordinamento giuridico nella stagione 2013/2014 ha già ritenuto la responsabilità oggettiva sufficiente per disporre l’esclusione dal torneo.

Nel caso della Nocerina infatti tutte le altre sanzioni, come una penalizzazione seppure corposa, non sarebbero state afflittive. “La riforma dei campionati che avrebbe portato alla nascita della C unica – ricorda Villari – non prevedeva infatti la retrocessione per l’ultima classificata. Ecco perché la Nocerina venne esclusa: proprio per rendere realmente afflittiva la sanzione disposta dai magistrati”.

L’avvocato Chiacchio, che assiste Catania, Teramo e Vigor Lamezia, assediato dai cronisti

La gravità dei fatti, oltre alla particolare fase di transizione della Lega Pro, suggerì quindi agli organi di giustizia sportiva di applicare, ad un caso di responsabilità oggettiva, le sanzioni proprie della responsabilità diretta e la Nocerina venne punita con l’immediata estromissione dal campionato di competenza. La Commissione Disciplinare applicò comunque la sanzione dell’esclusione dal campionato nel nome del principio di afflittività: l’organo di giustizia sportiva deve modulare l’applicazione e l’entità della sanzione affinché la stessa produca, in concreto, i suoi effetti.

La sentenza sancì che “l’accertamento di tali fatti non può che condurre all’adozione di una sanzione che ne rispecchi la particolare gravità”. Al fine di individuare e quantificare la sanzione da applicare, sulla scorta del principio di afflittività, la Commissione Disciplinare valutò due elementi: la posizione in classifica della Nocerina (penultima con soli 12 punti) ed il futuro assetto della Lega Pro che quell’anno escluse retrocessioni. L’organo di giustizia riferì infatti che “la sanzione non può essere certo quella della penalizzazione, in considerazione del fatto che la Nocerina si trova già penultima in classifica e nulla rischia giacché il campionato non prevede retrocessioni”.

Lunga trafila di interventi degli avvocati. A parlare per il Messina Villari e Duca

Stesso discorso valse per la “retrocessione all’ultimo posto in classifica”. Sanzione che non avrebbe avuto alcun effetto concreto. Sulla scorta di tale ragionamento, la Commissione stabilì che “l’unica sanzione veramente afflittiva e, nel contempo, davvero congrua in relazione alla gravità dei fatti contestati appare l’esclusione dal campionato di competenza con assegnazione, da parte del Consiglio Federale, ad uno dei campionati di categoria inferiore”. Varrà lo stesso per il Barletta, come sostengono Villari e Grassani?

Francesco Straface

Direttore di MessinaSportiva.it, che ha fondato nel 2005. Ha lavorato nelle tv private messinesi TeleVip e Tremedia per 13 anni, nella carta stampata ("Il Dubbio" e il "Quotidiano di Calabria") e presso la Scuola di Giornalismo della Lumsa di Roma per 6 anni. Nel 2022 è maestro in una scuola primaria a Siena, dal 2023 assistente amministrativo in istituti secondari e licei a Piacenza

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Francesco Straface

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