La soddisfazione e l’euforia per l’impresa di Bari sono già state attenuate dalle ultime due prestazioni. Se con il Foggia, al netto della sofferenza eccessiva, si può parlare di un punto guadagnato, con il Monterosi è andata in scena una vecchia pellicola, già proposta a più riprese in una stagione tormentata. Avere strappato un punto ai pugliesi, che nel turno infrasettimanale hanno demolito il quotato Palermo, aveva consentito al Messina di ottenere il sesto risultato utile in sette gare.
Ma nel Lazio i peloritani, colpiti a freddo da Ekuban, non sono mai davvero entrati in partita. E nel loro momento migliore hanno incassato ingenuamente il raddoppio di Costantino, che ha virtualmente chiuso la gara. L’amarezza è che per fronteggiare il primo dei turni infrasettimanali in calendario (i prossimi vedranno di scena al “Franco Scoglio” Monopoli e Catanzaro), mister Raciti aveva cercato di fare rifiatare alcuni uomini simbolo, come Fofana, già nel match con il Foggia, effettuando dei cambi conservativi. Ma tutto questo non è bastato. A spiegarne i motivi è stato lo stesso tecnico, con il richiamo della preparazione effettuato durante la lunga sosta di gennaio in parte falsato dal Covid, che ha originato tante defezioni.
Contro il Monterosi, una matricola terribile che al di là dell’assenza di un vero pubblico sta disputando una stagione fin qui degna di nota, il Messina ha sbandato come era già accaduto all’andata o sui campi di Turris e Francavilla. E risparmiamoci la retorica sul piccolo centro di 5mila abitanti che batte il “gigante” da 235mila residenti. La disaffezione che si vive da anni in riva allo Stretto non aiuta il presidente Pietro Sciotto, da solo al timone e nuovamente in rotta di collisione con la tifoseria che lo contesta, ma il club laziale non ha lesinato investimenti e grazie a un budget che non è inferiore a quello del Messina si gode le scelte compiute in estate, quando vinse l’asta per Rocco Costantino, che dopo le nove marcature con la Pro Vercelli è già a quota sette, con tre reti realizzate proprio contro quella che avrebbe potuto essere la sua squadra.
Sabato al “Franco Scoglio” è in programma un autentico spareggio salvezza con il Potenza. I lucani hanno ottenuto appena due punti in nove partite e dopo cinque sconfitte consecutive il presidente Caiata ha annunciato il suo disimpegno. Uno strappo che se non altro ha preceduto una reazione d’orgoglio e i successi casalinghi con Avellino e Vibonese. In riva allo Stretto mancheranno gli ex Bucolo e Salvemini. I rossoblu, che in trasferta hanno conquistato appena 3 punti su 22, perdendo ben otto gare consecutive tra ottobre e febbraio, si affideranno quindi a Luigi Cuppone, 24enne che l’anno scorso firmò 14 reti con la Casertana di Carillo e Matese e che ha siglato cinque marcature nelle ultime quattro uscite.
Il Messina recupererà Adorante, che dovrebbe riprendersi la maglia ceduta a Piovaccari, probabilmente più incisivo subentrando a gara in corsa, e Gonçalves. Bisognerà ancora attendere invece per Morelli, Burgio e Catania, tutti comunque sulla via del recupero. Sarà necessario riproporre l’atteggiamento spavaldo e l’audacia che sono stati decisivi a Palermo e a Bari, dettare i ritmi più che subirli, contenere e ripartire. Per il Messina è un match crocevia, anche perché il Campobasso sarà di scena a Bari e il Monterosi a Pagani e una vittoria potrebbe dimezzare l’attuale -7 dalla salvezza diretta. Un traguardo raggiungibile soltanto con la continuità di risultati che non può più essere smarrita.