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Il Messina prepara il secondo atto. Contro la Gelbison servono testa e cuore

Il Messina ha ripreso a lavorare sul manto erboso del “Celeste”, che ha ospitato i primi due allenamenti settimanali. Presente a bordo campo anche il presidente Pietro Sciotto, che ha cercato di pungolare e stimolare la squadra, un po’ come avevano fatto a gran voce soltanto qualche giorno prima i duecento rappresentanti più caldi del tifo organizzato. Mercoledì e giovedì previste due sedute pomeridiane al “Franco Scoglio”, che ospiterà anche la rifinitura mattutina di venerdì.

tifosi Messina
Grande spettacolo nel settore ospiti (foto Paolo Furrer)

Sabato invece, alle ore 15, il secondo atto del playout, in cui Fofana e compagni dovranno inseguire forzatamente un successo. Basta realizzare una rete o comunque una in più degli avversari, dal momento che se le due sfide si chiuderanno con un pareggio complessivo prevarrà chi si è meglio classificato in stagione regolare. L’Acr ha chiuso a quota 41 punti, grazie ai 30 inanellati nel girone di ritorno, la Gelbison a 36, dopo una seconda metà di torneo da horror, con appena 13 punti all’attivo.

Ma quanto fatto nei mesi precedenti adesso conta meno e il Messina deve ritrovare un po’ di smalto atletico, dopo avere speso tanto, troppo, nella lunga rincorsa, che lo ha portato dall’ultimo posto al quartultimo, ad un solo passo dalla salvezza diretta, sfumata nel deludente girone di andata e non a Taranto o in casa con la Fidelis Andria poi retrocessa. Ma la chiave, più che tattica e fisica è prima di tutto mentale. Servono determinazione, fiducia, testa e cuore per celebrare un’altra salvezza.

Ortisi e Curiale
Ortisi e Curiale in panchina (foto Paolo Furrer)

Filtrano indicazioni più confortanti sulle condizioni di Versienti, che potrebbe essere recuperato sulla corsia sinistra, lì dove è indisponibile lo squalificato Celesia. Più cautela su Mallamo, già fermo da giorni e probabilmente destinato ad un nuovo forfait. Per il resto gruppo al completo, con l’eccezione ovviamente dei lungodegenti come Catania, la cui stagione si è chiusa con largo anticipo, privando il Messina di un’importante opzione nel reparto avanzato.

I giallorossi in casa hanno vinto sette volte in stagione, battendo nel girone di ritorno Pescara e Juve Stabia, qualificate ai playoff, oltre al Francavilla e al deludente Avellino. Venti le marcature tra le mura amiche, quasi il doppio rispetto alle trasferte. Ma per trovare il gol salvezza servirà ovviamente maggiore audacia di quella mostrata nelle ultime recite di Taranto e Agropoli e magari un approccio deciso, che insieme al calore del pubblico potrebbe fare la differenza nel secondo atto del playout.

Logiudice e Manfredi
Il ds Pasquale Logiudice e il dg Lello Manfredi a colloquio (foto Paolo Furrer)

Il tecnico Ezio Raciti, che in tandem con Daniele Cinelli vuole firmare la seconda impresa salvezza consecutiva, a dispetto della delusione per l’ultima trasferta del “Guariglia”, si affiderà agli uomini più rappresentativi, dal portiere Ermanno Fumagalli al centrocampista tedesco Oliver Kragl, dal fantasista Antonino Ragusa all’attaccante Leonardo Perez, che peraltro cercano la loro prima rete, per sfatare un tabù secondo soltanto al rigore atteso per due interi campionati.

Potrebbe avere senso puntare sulla freschezza e sull’imprevedibilità di elementi meno impiegati fin qui, da Zuppel a Iannone e Ortisi, da schierare magari se la rete tanto invocata non dovesse arrivare subito. Ma è chiaro che la Curva Sud invoca un Messina più offensivo fin dall’avvio, per dare subito un’impronta alla sfida. Dal 2009 ad oggi si sono alternate tante gestioni societarie. Ma i tifosi, come si è visto ad Agropoli, non sono mai mancati e il loro sostegno rappresenta la prima certezza da cui ripartire, nella gara più importante dell’ultimo biennio.

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