Non è bastata contro il Foggia la spinta dei 6.895 del “Franco Scoglio”, record di presenze stagionali. La sconfitta per 0-3 allontana il Messina dal sogno playoff e rinvia la salvezza aritmetica, ma non deve minimamente scalfire quanto di buono fatto dai giallorossi, specie nell’arco di un girone di ritorno giocato su alti livelli. Sabato la squadra di Modica è partita forte, trascinata dalla vivacità di Zunno e Emmausso, trovando però sulla sua strada un grande portiere e ha dovuto incassare lo svantaggio firmato da Gagliano, alla prima vera occasione costruita dai “satanelli”.
Anche dopo lo 0-1 il Messina ha provato subito a reagire, con Franco e Emmausso fermati dal solito Perina, già protagonista in passato con i suoi interventi nelle gare contro i biancoscudati. Ha inciso questa volta la mancanza di una punta di peso, quello stoccatore in grado di trafiggere in qualsiasi modo le difese avversarie. Plescia (entrato soltanto nel finale dopo aver smaltito l’influenza) e Luciani non sono apparsi al top nelle ultime occasioni. Il capocannoniere resta Emmausso con 9 reti, con Zunno, a quota 7, chiamato ad interpretare il ruolo di “falso nueve” nell’ormai consueto 4-2-3-1 che ha visto Rosafio e Ragusa agire ai lati.
Il sipario sul match è calato al momento dell’espulsione di Manetta ad inizio ripresa. Il difensore ha lasciato i suoi in inferiorità numerica per un evitabile intervento a metà campo che gli è costato il secondo giallo della partita, quando, con un solo gol di svantaggio, c’erano ancora tutti i presupposti per rimontare. L’erroraccio di Pacciardi in disimpegno ha fatto il resto, consegnando a Tascone la comoda chance per il raddoppio, con il Foggia che da lì in avanti ha agevolmente controllato le operazioni. Rilanciato anche per via dell’infortunio di Dumbravanu, l’ex Recanatese si è ritrovato titolare a due mesi di distanza dall’ultima volta (non accadeva da Turris-Messina del 27 gennaio), mostrando un po’ di ruggine dopo il lungo stop.
La settima sconfitta casalinga su dodici complessive rimediate in campionato è un dato che può stonare, così come i due cartellini rossi che hanno portato la squadra a chiudere in nove uomini. Come se non bastasse il digiuno di rigori casalinghi (zero dopo tre campionati di C) il Messina è anche la squadra più penalizzata con ben dodici espulsioni, sette per somma di ammonizioni e cinque dirette. Soltanto Turris (nove rossi), Monopoli e Sorrento (otto a testa) vantano numeri raffrontabili. Ma il picco toccato dal Messina è clamoroso se si pensa che Crotone, Casertana, Picerno e Taranto vantano appena due espulsioni ciascuna.
Con il Foggia Frisenna è andato a raggiungere anzitempo Manetta negli spogliatoi, vedendo estrarre in rapida successione il giallo e poi il rosso dal fiscale Luongo per un applauso rivoltogli da terra. Scatti di nervosismo sui quali dover lavorare, sebbene gli arbitri non siano mai stati teneri in questo campionato col Messina. Contro Giugliano, Crotone e Benevento, tre gare recenti per tutte, Fumagalli e compagni sono usciti penalizzati oltre misura, tra rigori non dati e decisioni controverse. Una fase di calendario durissima (2 punti negli ultimi quattro turni), già pagata a caro prezzo all’andata, porterà adesso i peloritani ad affrontare sabato nel turno pre-pasquale la capolista Juve Stabia, ormai vicinissima a tagliare il traguardo della Serie B.
Il Messina si è però spesso esaltato con le grandi, soprattutto in trasferta, battendo Avellino e Casertana e pareggiando a Benevento e Picerno, quando può sfruttare gli spazi e anche le minori pressioni. Al “Menti”, dall’ex Adorante, c’è da vendere cara la pelle, perché il finale di stagione ha comunque ancora tanto da dire. A quattro lunghezze dal Foggia decimo e dai playoff, gap realisticamente difficile da colmare anche per gli scontri diretti sfavorevoli con i rossoneri, ma non del tutto impossibile, con cinque punti di margine sulla Turris quintultima (il +9 dei corallini sul Monterosi in questo momento cancellerebbe la disputa del playout), rigenerata dalla cura Menichini.
Il Messina, che ha saputo divertire il pubblico e ricreare entusiasmo, meritandosi anche sabato gli applausi sotto la Curva dei propri tifosi, si ritrova nel limbo, consapevole che per archiviare in via definitiva la pratica salvezza, il vero obiettivo stagionale, occorrerà raccogliere ancora qualche punto nelle restanti cinque giornate. Niente rimpianti, tutto quello che verrà di più sarà tanto di guadagnato.