“Da otto anni garantiamo dignità e professionalità”. Lo sosteneva qualche giorno fa il presidente del Messina Pietro Sciotto ai microfoni di Pianeta Messina. Eppure domenica poco prima delle ore 11 è andata in scena una delle pagine più tristi di una gestione societaria che non ha mai fatto tesoro dei propri errori e paga ora un evidente isolamento e scollamento dal territorio.
Come anticipato dalla Gazzetta del Sud, nella partita dell’Under 15 nazionale contro il Crotone, a Santa Lucia del Mela, dove l’Acr gioca le gare casalinghe, in campo erano appena otto i giallorossi. 10-0 il risultato finale della gara, sospesa ad inizio ripresa perché dopo un infortunio non c’era il numero sufficiente di tesserati per continuare.
Ma come si è arrivati a questa clamorosa debacle? Il Messina negli ultimi tre anni ha sempre “esternalizzato” il vivaio, affidandosi l’anno scorso al Camaro e in precedenza a Football 24 e Fair Play, mentre in serie D non erano un obbligo regolamentare Giovanissimi e Allievi ed era sufficiente allestire una formazione Juniores. Quest’estate, ancora una volta, si sono persi inutilmente mesi di possibile pianificazione, con il risultato che il precedente gruppo giovanile è andato quasi del tutto disperso.
Gli stage svolti in estate e i contatti avviati in ritardo con decine di società del territorio non hanno portato i risultati sperati. In tanti hanno preferito continuare a disputare tornei regionali e provinciali, nonostante il richiamo di una categoria nazionale, sotto l’egida della Lega Pro. Sempre domenica l’Under 17 dell’Acr Messina, guidata dal barcellonese Giuseppe Presti, ha pareggiato per 1-1 contro il Crotone, dopo avere condotto a lungo la gara per la rete realizzata da Greco ma è stata raggiunta al 31′ della ripresa da Maugeri.
La Primavera 4, affidata al reggino Roberto Crea, già l’anno scorso inizialmente coinvolto dal Camaro, esordirà invece sabato 21 settembre contro l’Altamura. Il responsabile del vivaio Piero Russo è ora al lavoro per completare l’organico dell’Under 15 affidata a mister Mazzullo, ex Meridiana Catania, attesa domenica 22 dalla trasferta di Taranto. Ma la frittata si è bruciata e il danno d’immagine resta.
Il riflesso è anche economico. Il Messina deve onorare i tre campionati giovanili nazionali anche per non perdere i circa 300mila euro di “minutaggio” garantiti dall’impiego degli under in prima squadra. Sostenere trasferte in giro per l’Italia è oneroso e la Primavera disputa gare anche in Toscana, ad Arezzo e Siena con la Pianese. Investire poco sul vivaio, perché evidentemente i fondi a disposizione sono ridotti, ha poi conseguenze anche sul campo e sulle casse societarie.
Gli esempi non mancano. La società che lavora meglio con i giovani in Italia è forse l’Albinoleffe dell’ex giallorosso Antonio Obbedio, che ha sede nel bergamasco, in un territorio, quello lombardo, che ha cinque squadre in serie A, contro le due dell’intero meridione. I giovani del settore giovanile in prima squadra garantiscono introiti maggiorati: ben 550mila euro la quota del “minutaggio”, un record. La seconda classificata nel girone A è la Giana Erminio, con 363mila raccolti. Un club milanese, come il neopromosso Alcione, che ha vinto lo scudetto Juniores.
Nel girone B erano eccellenti i numeri del Cesena, promosso in B nonostante un vasto impiego di giovani, con la perla rappresentata dall’italo-albanese Cristian Shpendi, cresciuto in casa. 22 le reti firmate nel passato torneo, già cinque quest’anno tra i cadetti. 464mila euro gli introiti arrivati dalla Lega.
Va evidenziato che gli emiliani sfruttano il recente passato in categorie superiori, come il Benevento, che ha raccolto 351mila euro, ha ben dieci elementi del vivaio in prima squadra, che non incidono sulla “lista”, tanto che i campani hanno cinque “slot” disponibili per eventuali svincolati o rinforzi nel mercato invernale. Fanno benissimo il Sestri Levante (382mila euro) o per tornare al Sud il Picerno (433mila euro) mentre in D l’anno scorso si segnalava la neopromossa Cavese. Il Messina, come tradizione, rincorre.
Nel 2020 l’ex presidente del Fc Messina Rocco Arena annunciava che avrebbe costruito un centro sportivo. Proclami di cui non è rimasta traccia così come non andò a buon fine il tentativo dell’ex patron Pietro Lo Monaco di assicurarsi dei terreni per costruire i campi per allenamenti e giovanili che tuttora mancano. “Abbiamo le ruspe pronte, attendiamo le autorizzazioni” diceva nel 2014 l’ex dirigente del Catania…
Gli otto anni della gestione Sciotto sono trascorsi fin qui invano, con innegabili investimenti sulla prima squadra vanificati però da errori e mancanza di visione. Il 10-0 incassato dall’Under 15 del Crotone fa male ma pesa ancora di più l’assenza di un progetto complessivo. Non c’è evidentemente un dialogo o un feeling adeguato con le Istituzioni. Fare calcio senza pubblico e sponsor diventa complicato ma non paga neppure trascurare vivai e strutture.