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Il Messina è diventato grande troppo in fretta? Ora serve una reazione

Il Messina torna dal “Via del Mare” con un pugno di mosche, dopo una partita ben giocata sotto il punto di vista dell’agonismo e del coraggio, ma che ha fatto notare ancora una volta i limiti tecnici e caratteriali di una squadra che, forse, stava diventando grande troppo presto.

L’esultanza del Lecce

Poi ci sono stati gli episodi, anzi, l’episodio che ha indirizzato la partita verso i salentini che al 56’ hanno sfruttato una dormita del signor Di Martino di Ascoli Piceno, che non ha visto il fallo su Parisi da cui poi è nata l’azione del gol del vantaggio pugliese. Tutta la direzione di gara del fischietto marchigiano ha lasciato a desiderare, con cartellini (uno dei quali, estratto nei confronti di Giorgione costerà al centrocampista la squalifica per la gara con l’Akragas) spesso usciti alla rinfusa. Poi sono emersi i limiti caratteriali del Messina che, dopo lo svantaggio, ha fatto fatica a riprendersi e che si è lasciato andare dal punto di vista nervoso, come testimonia il fallo ingenuo con cui Baccolo ha rimediato il secondo giallo, che ha costretto la squadra a giocare in dieci.

Parisi e Burzigotti provano a contenere Curiale

Arturo Di Napoli in sala stampa per la prima volta si è lasciato andare ad un commento sugli episodi arbitrali che non hanno certamente sorriso al suo Messina, ma quello del tecnico milanese non è certamente il classico piagnisteo da allenatore deluso per la direzione di gara, considerato che non ha risparmiato critiche nemmeno alla sua squadra.

Per 56 minuti il Messina sotto il profilo della tenuta del campo e dell’atteggiamento probabilmente si è fatto anche preferire ad un Lecce che non dava continuità alla manovra, capace di rendersi pericoloso soltanto in chiusura di tempo con Moscardelli dopo un calcio piazzato. Ma se il gol dell’1-0 è viziato da un fallo su Parisi non visto, dall’altra parte il tecnico fa bene a sottolineare come la difesa fosse mal disposta subendo un gol su una ripartenza da una situazione inizialmente favorevole ai peloritani. Poi c’è il vero tallone d’Achille di questa squadra, cioè quell’attacco incapace di valorizzare la mole di gioco prodotta dagli altri reparti.

Una mischia in area di rigore

La prestazione di Barraco è stata meno anonima rispetto alle altre volte, Cocuzza e Leonetti meritano un applauso per come si sono sacrificati, le assenze prolungate di Tavares e Gustavo sono una valida giustificazione, ma se l’unico pericolo per la porta di Perucchini sono stati i tiri di Parisi dai 30 metri evidentemente c’è qualcosa che non va.

Tocca lavorare: l’ottimismo e la buona classifica non devono far mettere la polvere sotto il tappeto, perché se si vuole arrivare presto a quota 40 punti serve vincere e segnare, per non vanificare quanto di buono fatto fino ad un mese fa. Tenendo conto anche delle inevitabili defezioni (a centrocampo è emergenza per la sfida di sabato), considerato che adesso a rischio ci sono anche Martinelli e Parisi, entrambi in diffida.

Antonio Macauda

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