Definito l’ingaggio di Petrilli, l’ACR Messina lavora per un grande colpo a centrocampo. Trova conferma l’indiscrezione relativa all’argentino Lucas Correa, classe 1984, per oltre dieci anni protagonista in Italia, con 250 presenze tra i professionisti.
L’anno scorso una delle stagioni più prolifiche in carriera, con le dieci reti realizzate nella D lombarda, dove sembrava destinato a rimanere: “Ero capitano del Mantova e in parola con loro per il rinnovo. Ho giocato tanto, sono stato bene fisicamente, ho dimostrato quanto valgo. Ho trovato anche ragazzi con grandi qualità umane. Ma poi sono cambiate la proprietà e la dirigenza e chiaramente hanno optato per giocatori di loro fiducia”.
Dalla Sicilia lo hanno chiamato il direttore sportivo Adriano Polenta ma anche uno dei big della rosa: “Ho saputo di un interesse dell’ACR Messina, che ho affrontato da avversario con la Casertana. Hanno chiamato alcuni amici procuratori e siamo rimasti in contatto. Conosco Pasquale Porcaro e ci siamo sentiti anche con lui”.
Correa peraltro ha avuto contatti anche con Tomas Berra, che si allena con il Città ed è prossimo alla firma con la società di Lo Re: “Non sapevo che vi fossero due Messina fino a qualche giorno fa. Lo conosco perché giocava nella squadra della mia città, il Rosario Central, e avevamo amici in comune: ci siamo risentiti. È un ragazzo che ha giocato tanto in serie A e che ho visto dal vivo. Può fare davvero bene in D, in una squadra che ha altri tre sudamericani in rosa”.
Correa è consapevole che la sua carriera volge al termine e sta ponderando a lungo la scelta: “A 34 anni potrebbe essere uno degli ultimi anni in Italia. In C ho avuto due offerte, ma non mi hanno soddisfatto. Vivo in Abruzzo, ma potrei spostarmi se arriverà un’offerta da una piazza importante, in grado di lottare per un campionato di vertice. Guardo anche al progetto, perché la situazione nel vostro paese è delicata un po’ ovunque, sia a livello economico che organizzativo. Basti pensare ai campionati che non partono… A settembre non è accettabile”.
Il centrocampista ha iniziato la sua lunga esperienza italiana proprio in Abruzzo, tra Penne e Lanciano: “Dal 2004 vivo in Italia. Un procuratore mi ha portato qui a 20 anni e mi sono trovato bene. È diventata la mia seconda casa, ho amici ovunque. Il mio cartellino era della Lazio, dal 2007 al 2011, che però paradossalmente mi ha ceduto spesso in prestito in C, mentre io speravo di giocare in B. Poi ci sono arrivato a Varese, dopo la fine del contratto. Per volere di Lotito sono anche stato fuori rosa cinque mesi…”.
In Campania l’ultima esperienza tra i Pro, prima del ritorno in patria: “Dopo Caserta, per questioni familiari, sono tornato in Argentina, dove sono rimasto due anni. A Bisceglie non mi sono trovato bene e ho lasciato subito anche per motivi economici”. Infine Mantova, dove è arrivato per la terza volta in carriera in doppia cifra: “Ci ero riuscito in C anche con il Bassano e la Pro Patria, altre due esperienze che ricordo con affetto. Lì giocavo un po’ più alto, vicino alla porta. L’anno scorso invece agivo da regista, ma su calci piazzati e corner, anche con un po’ di fortuna, mi sono trovato spesso al posto giusto…”.