Marchigiani subito in rete con l’argentino Santiago Dorato. Poi i peloritani tengono testa al più quotato avversario, ma non finalizzano la supremazia territoriale. Di Catalano il migliore spunto nella ripresa. Grande spettacolo sugli spalti, dove la tifoseria messinese non teme paragoni.
Il pre-partita. La stagione dell’Acr Messina, salvo in extremis nel girone I, si chiude al “Francioni” di Latina contro il Matelica, vice-capolista nel concentramento F, vinto dal Cesena. Per i marchigiani è stato il quarto secondo posto negli ultimi sei anni, vissuti sempre da protagonisti dopo tre promozioni consecutive. Per entrambe è la prima, storica, finale di Coppa Italia di serie D. I peloritani ci sono arrivati però dopo tante polemiche, legate al possibile cambio societario e i ritardi nel saldo delle spettanze economiche, arrivato soltanto alla vigilia.
Infantino, che deve rinunciare agli squalificati Arcidiacono, Lourencon e Bossa, confida nella capacità di esaltarsi della sua squadra, che ha già eliminato nei turni precedenti una big come il Picerno, promosso in C. Divisa interamente bianca, con inserti rossi, per il Matelica, casacca giallo-grigia – nata appositamente per la Coppa – per l’Acr. Tra i peloritani spiccano le scelte di Sambinha, Aldrovandi e Pirrone. Tedesco in campo con un giallo ossigenato che si sposa al meglio con la divisa. Presenti in tribuna anche l’ex ds giallorosso Gianluca Torma e l’ex tecnico Oberdan Biagioni, che la finale l’avevano conquistata nel corso della loro gestione.
La cronaca. Al 2′ il primo acuto dei marchigiani: Pignat conclude di poco a lato da fuori area. Al 6′ grande spunto sulla corsia di Cocimano, che serve in mezzo Catalano: la conclusione è debole. Un minuto dopo il Matelica è in vantaggio: splendido lo stacco dell’argentino Santiago Dorato, che non lascia scampo a Meo. Festa grande in Gradinata, dove si sono accomodati i tifosi biancorossi. Il calciatore sudamericano ha una lunga militanza al Sud, con Vibonese, Gela, Roccella e Palmese.
L’Acr reagisce e conquista un angolo con Biondi: Zappalà di testa spedisce alto sulla traversa. Al 16′ Cocimano conquista un calcio di punizione dal limite da buona posizione, ma la successiva conclusione è troppo debole e la difesa respinge. Al 22′ Meo in uscita rischia su Melandri, mentre sul fronte opposto Riccio è in difficoltà su Cocimano. Al 25′ il Messina sfiora l’1-1: la conclusione di Tedesco viene deviata in angolo. Un minuto dopo si spegne a lato lo stacco di Sambinha. Al 28′, dopo una bella iniziativa personale, è Melandri a mancare il raddoppio. In Curva cori a sostegno di Frosinone e Avellino, tifoserie tradizionalmente gemellate con i giallorossi: il pubblico messinese vince nettamente sugli spalti. Al 33′ bello spunto di Biondi e Tedesco sulla corsia destra, ma Traditi si vede respingere la conclusione da un difensore. Sulla ripartenza arriva anche il giallo per Ferrante. Adesso si gioca a una porta: quattro i corner conquistati da Cocimano e compagni, che però non concretizzano la supremazia territoriale. Al 42′ più pericoloso Santiago Dorato, sul traversone di Lo Sicco. Che al 45′ in spaccata non inquadra la porta. Si va al riposo sull’1-0, che penalizza un po’ troppo il Messina.
Nell’intervallo un doppio cambio operato da Infantino, che cerca di dare maggiore peso all’attacco: dentro Marzullo e Selvaggio, al posto di Aldovrandi e Pirrone. I ritmi sono più bassi rispetto al primo tempo, ma incessante è il supporto del pubblico messinese, che prima del calcio d’inizio della ripresa ha chiamato i giocatori sotto la Tribuna per caricarli. Al 12′ Catalano rientra verso il centro dell’area e impegna Avella, che è costretto a rifugiarsi in corner. Sul fronte opposto ci prova, senza particolare incisività, capitan Angelilli, che non inquadra affatto la porta difesa da Meo. Al 20′ di nuovo in evidenza Melandri, su cui chiude bene la retroguardia peloritana. Sul fronte opposto ci prova dalla distanza Selvaggio, ma Avella si salva. Due cambi anche per Tiozzo. Al 21′ bella combinazione Cocimano-Catalano, che serve in profondità Marzullo: il suo tiro, deviato, si spegne sull’esterno della rete. Al 25′ il Matelica raddoppia con il neo-entrato Florian, ma la rete viene annullata nonostante le proteste dei marchigiani. Il valzer di cambi non sembra cambiare l’inerzia del match: il Messina non sembra avere le forze per finalizzare. Al 38′ Margarita ci prova dal limite dell’are con una conclusione a giro, che termina di un soffio a lato. Al 40′ vibranti proteste della panchina messinese, per un fallo al limite dell’area sul neo-entrato Carini, non sanzionato dal direttore di gara. Al 43′ ci prova Cocimano, ma Avella blocca a terra. Assegnati cinque minuti di recupero. Si registra solo un timido tentativo da fuori di Catalano. Una prova discreta e generosa non basta al Messina, calato anche fisicamente nella ripresa. La Coppa Italia va al Matelica.
Il tabellino. Acr Messina-Matelica 0-1
Marcatore: al 7′ pt Santiago Dorato.
Messina: Meo, Sambinha, Aldovrandi (1′ st Marzullo), Traditi, Zappalà, Ferrante (36′ st Ba), Biondi, Pirrone (1′ st Selvaggio), Tedesco (28′ st Carini), Cocimano (K), Catalano. In panchina: Prisco, Janse, Dascoli, Barbera, Amadio. Allenatore: Pietro Infantino.
Matelica: Avella, Visconti, Riccio, De Santis, Lo Sicco, Cuccato, Angelilli (K; 29′ st Bittaje), Pignat (40′ st Arapi), Santiago (23′ st Margarita), Melandri (21 ‘st Florian), Bugaro (16′ st Mancini). In panchina: Luglio, Benedetti, Favo, De Luca. Allenatore: Luca Tiozzo Peschiero.
Arbitro: Alberto Ruben Arena di Torre del Greco.
Assistenti: Ivano Agostino di Sesto San Giovanni e Domenico Castro di Livorno.
Note – Ammoniti: al 34′ pt Ferrante (ME), al 46′ st Mancini (MA). Corner: 7-4. Recupero: 0′ pt e 5’ st. Prima del calcio d’inizio osservato un minuto di silenzio per la scomparsa del vice-presidente della Lega Nazionale Dilettanti Bacchetta. Poi spazio all’inno nazionale.