Contro un Lecce rigenerato dalla cura Bollini il Messina è chiamato ad una prova di carattere. Lunedì sera, con calcio d’inizio alle 20.45, nella seconda apparizione consecutiva lontano dal San Filippo, Mancini e compagni dovranno osare di più rispetto alla precedente sfida persa per 3-1 al “Pinto”. Alla necessità di far punti in chiave salvezza si abbina l’esigenza di dare un segnale alla piazza ed al campionato.
Fermi in infermeria Benvenga e Bonanno, bloccati entrambi da problemi di natura muscolare, originati anche dalle condizioni non ottimali del manto erboso del “Celeste”, ed il rumeno Marin, autentico oggetto misterioso, protagonista di una stagione davvero sfortunata ed anonima. Le squalifiche di Pepe ed Izzillo riducono ulteriormente le scelte a disposizione e hanno imposto una nuova convocazione per il giovane Sciliberto, ’97 con tre apparizioni all’attivo. Nonostante le recenti critiche, Grassadonia potrebbe confermare il 3-5-2 proposto in terra campana, con Iuliano tra i pali, il terzetto composto da Altobello, Stefani e Silvestri al centro della retroguardia e sulle corsie esterne Cane e l’ex di turno Rullo.
In mezzo Bortoli, Damonte e Mancini, con il rientrante Nigro che si accomoderà in panchina dopo un paio di mesi di stop e la paventata cessione a gennaio, poi non concretizzatasi. Adesso torna a rappresentare una fondamentale opzione in un reparto che rispetto al 2014 è privo della sostanza di Bucolo. Per rispettare l’età media in avanti potrebbero agire Ciciretti ed Orlando. Appare però improbabile una nuova rinuncia a Corona, capocannoniere di squadra con 9 marcature all’attivo. Lo staff tecnico potrebbe quindi propendere per il ritorno al 4-3-3, lo stesso modulo che sarà proposto peraltro dal Lecce.
Complici le esigenze legate al regolamento, in questo caso il sacrificato sarebbe Stefani, come già avvenne contro la Paganese. In tal caso Silvestri ed Altobello comporrebbero la coppia di centrali ed in avanti Corona tornerebbe al centro del tridente con Ciciretti ed Orlando sulle corsie. De Paula, reduce peraltro da una settimana travagliata, l’austriaco Spiridonovic e Berardi dovrebbero accomodarsi ancora in panchina, anche se i calcoli legati all’età media potrebbero anche indurre Grassadonia a schierare per la prima volta il portiere laziale, non rinunciando agli altri quattro over, Rullo, Stefani, Mancini e Corona appunto. Le opzioni insomma non mancano, anche se a pesare è sempre la calcolatrice.
Il Lecce, reduce da due vittorie di fila dopo l’ennesimo ribaltone in panchina, vuole allungare la striscia per piazzare l’accelerata decisiva in chiave terzo posto. Soltanto una volta in stagione, tra la decima e la dodicesima giornata (contro Salernitana, Aversa e Cosenza), furono centrati tre successi di fila. Per i salentini si va verso la conferma dell’undici vittorioso a Pagani. Il pericolo numero uno è Moscardelli, che proprio al San Filippo trovò all’andata, in maniera spettacolare, il primo gol del suo campionato che comunque non bastò ai suoi per evitare il ko per 3-1. Adesso è a quota 11.
Il Messina, che vuole approfittare del passo falso del Melfi per uscire dalla zona play-out, proverà ad aggrapparsi anche al precedente positivo dell’andata. Due le vittorie conquistate nella loro storia dai peloritani in Puglia in diciassette precedenti, datate 1992 e 2005. Undici invece le affermazioni dei salentini, quattro i pareggi. La sfida manca dal torneo cadetto 2007-2008, quando al “Via del Mare” finì 0-0.
I possibili undici ed il borsino delle due squadre.
Lecce (4-3-3): Caglioni; Lopez, Abruzzese, Diniz, Mannini; Sacilotto, Papini, Salvi; Gustavo, Moscardelli, Herrera. In panchina: Scuffia, Beduschi, Di Chiara, Filipe Gomes, Lepore, Embalo, Miccoli. In tribuna: Manconi. Indisponibili: Vinetot, Bogliacino, Doumbia.
Messina (4-3-3): Iuliano; Cane, Silvestri, Altobello, Rullo; Damonte, Bortoli, Mancini; Ciciretti, Corona, Orlando. In panchina: Berardi, Stefani, Donnarumma, Nigro, De Paula, Spiridonovic, Sciliberto. Indisponibili: Benvenga, Bonanno, Marin. Squalificati: Pepe, Izzillo.