L’appello della Lega Pro e delle sue 60 squadre è stato accolto. Anche lo sport infatti rientra tra i settori produttivi che potranno beneficiare delle misure contenute nel nuovo decreto “aiuti ter”. Si tratta, in particolare, di un credito di imposta rafforzato del 40% per gli energivori e del 30% per le imprese che impiegano energia elettrica con una potenza superiore ai 4,5 kw.
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“Ringrazio il Governo per aver accolto le nostre istanze – ha dichiarato il numero uno della serie C Francesco Ghirelli –. Si tratta di un intervento fondamentale per la sopravvivenza del sistema. Ci aspettano tempi duri, servono concretezza e capacità di ascolto. Grazie al credito d’imposta rafforzato il calcio e lo sport sono stati equiparati al sistema industriale italiano. Questa è la prova che fanno parte integrante dell’apparato produttivo nazionale”.
“Il governo, presieduto da Mario Draghi, ha deciso una misura, che al di là del dato importantissimo, finanziario-economico per i club, rappresenta un cambio epocale, di cultura sportiva e imprenditoriale per consentire ai club medesimi di sostenere la crisi energetica causata in prevalenza dalla guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina”, ha aggiunto il presidente della Lega Pro.
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“La Lega Pro deve essere capace di reggere l’entrata nell’apparato produttivo del Paese, con dirigenti di “qualità” e giovani altamente qualificati he lavorino nei club nelle società. È questa la condizione che consente di operare un’accelerazione di innovazione, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Ciò ci consente di essere credibili al fine di affrontare e raggiungere l’obiettivo della sostenibilità economica delle nostre affiliate” prosegue il numero uno di Lega Pro.
“Al nuovo governo dobbiamo presentare un piano industriale che sia lo strumento della nostra riforma e la garanzia unica per ottenere interventi. È il passaggio perché la nostra reputazione cresca e possa consentirci di trasformare le rivendicazioni in progetti di cambiamento, e di conseguenza, per chiedere risorse finanziarie. Per realizzarli, la formazione dei dirigenti è l’asset decisivo”, conclude Ghirelli.