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Il Città vuole giocare al Marullo. Siracusano: “Attendiamo risposta da Sibilia”

Missione romana per il vice-presidente del Città di Messina Gabriele Siracusano, che ha chiesto garanzie sulla possibilità di omologazione per la serie D del “Despar Stadium” di Bisconte, che già ospita le sessioni di allenamento del club.

“Grazie all’intermediazione del deputato messinese Matilde Siracusano, ho parlato della questione con il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, che come lei è stato eletto con Forza Italia. Non avremo novità prima di domenica, considerando anche le festività”. 

Sibilia e Tommasi
Damiano Tommasi e Cosimo Sibilia (foto Ansa)

Il vertice tenutosi nella Capitale dà qualche sensazione positiva, ma ancora nessuna certezza: “Il presidente Sibilia conosceva già la vicenda. La situazione era stagnante, nonostante i tentativi della proprietà del Camaro. Stiamo cercando di ottenere una deroga, anche se le difficoltà sono innegabili. Sibilia si è impegnato ad aggiornarci nel corso della prossima settimana”.

Di certo l’attuale peregrinare sta condizionando il club di Lo Re, sia dal punto di vista organizzativo che economico: “I giocatori cambiano sempre campo tra allenamenti e partite, passando da un fondo in sintetico all’erba naturale. Siamo senza una struttura fissa e questo comporta spese aggiuntive, inizialmente non previste, e la perdita di possibili incassi. Giocare al “Franco Scoglio” ci fa perdere molti punti di riferimento e abbiamo avuto perfino problemi di equilibrio”.

Cardullo e Siracusano
Il direttore generale Giovanni Cardullo e il vice-presidente Gabriele Siracusano

Un ostacolo in più per una squadra che ha già non poche difficoltà di adattamento alla categoria: “Perdiamo anche il fattore campo, dal momento che il “Marullo” è più adatto alle nostre esigenze e si riempie molto più facilmente. La differenza è notevole e sta incidendo sulle nostre prestazioni. Non a caso contro Palmese, Roccella, Sancataldese e Nocerina, in trasferta, abbiamo sempre giocato sul sintetico, offrendo prestazioni migliori”.

Domenica, in particolare, a San Cataldo il pareggio conclusivo è risultato un premio non sufficiente: “Ci è mancato solo il gol, un po’ come era accaduto anche in Coppa Italia con l’ACR. Siamo una matricola, che conosce poco il campionato, e questo sta pesando. In Eccellenza riuscivi a mascherare gli errori, mentre formazioni come il Gela ci hanno subito punito. Forse manca anche un po’ di carattere, che sta pian piano emergendo”.

Sibilia, Tavecchio, Abete e Gravina
Sibilia con Tavecchio, Abete e Gravina al Quirinale, per i 120 anni della Figc (foto Ansa)

L’ultimo posto in classifica ha portato all’allontanamento del direttore sportivo Angelo Alessandro, che Siracusano commenta così: “Dal punto di vista umano e professionale dispiace molto, è sempre una scelta delicata. Serviva una scossa all’ambiente e ritenevamo che anche se dolorosa fosse inevitabile. C’è amaro in bocca, ma abbiamo preferito rinnovare la fiducia nel tecnico, nello staff e nella squadra”.

Non sono previste a breve novità dal mercato degli svincolati: “Ci muoveremo solo a dicembre. Serve altra qualità in attacco e forse anche un centrale in difesa. Stiamo riflettendo sull’eventuale successione di Alessandro, ma non c’è particolare urgenza”.

Angelo Alessandro
L’ormai ex direttore sportivo Angelo Alessandro (foto Familiari)

Alla vigilia del fondamentale incrocio salvezza con il Rotonda, il vice-presidente stila infine un primo bilancio sul rendimento dell’organico: “Credevamo molto in Di Vincenzo, che ci sta dando buone risposte, come gli altri under Dama e Cangemi. Gli over stanno progressivamente prendendo le misure della categoria. Anche l’anno scorso in avvio non mancarono le difficoltà ma poi emerse alla distanza la buona condizione atletica”.

Siracusano cita le certezze dalle quali deve ripartire il Città:Fragapane, Cardia, Bombara, che è partito forte e ci dà personalità. E ancora Trevizan e Feuillassier, che ha qualità, spunti e forse deve trovare la posizione migliore. Ma serve anche la finalizzazione delle punte”. Fin qui il vero tallone d’Achille dei peloritani.

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