La trasferta sul campo del Brindisi fanalino di coda è un match crocevia per il Messina, distante tre punti dal sogno playoff che nessuno vuole evocare, per scaramanzia ma anche per evitare possibili distrazioni già fatali nel recente passato, e con un +8 da amministrare sulla quintultima. I pugliesi attraversano un momento molto delicato e lo spettro dell’immediata retrocessione in D si intravede sempre più concreto.
I numeri d’altronde dicono tutto. L’unica vittoria casalinga della stagione è arrivata oltre cinque mesi fa, il 20 settembre, contro il Monterosi, peraltro sul campo neutro di Cerignola. Da allora soltanto altri tre successi, tutti in trasferta, a Latina, a Messina nel match di andata e a Sorrento, il 10 dicembre scorso. Il digiuno di vittorie dura da oltre due mesi e nelle ultime undici gare sono stati raccolti appena quattro punti, con cinque reti realizzate. I gol all’attivo sono appena tre nelle ultime nove giornate.
Eppure nel calcio non si può dare mai nulla per scontato e non a caso il Brindisi soltanto tre giornate fa è uscito indenne dal campo della Juve Stabia capolista, lanciatissima verso la serie B, mentre nell’ultimo turno ha ceduto il passo alla Casertana soltanto al 93’ dopo il momentaneo pareggio di Petrucci mentre contro il Latina fu rimontato dopo la prima rete dell’esperto Trotta, uno degli innesti invernali. Motivo per il quale il Messina non dovrà assolutamente rilassarsi ma presentarsi al “Fanuzzi” con la determinazione vista a Caserta o Avellino.
Rispetto al match di andata non c’è più Ganz, che decise la sfida del “Franco Scoglio” e la classifica è precaria, a -3 dal penultimo posto che vale il playout, a meno che la quintultima, in questo momento la Turris, non dovesse aumentare ancora il suo vantaggio. Ecco perché i biancazzurri non possono davvero più rinviare l’appuntamento con il successo, perché anche un pareggio servirebbe a poco.
I tre punti valgono oro anche per il Messina, che spera di archiviare in anticipo rispetto al biennio precedente la pratica salvezza, per provare magari a sognare un piazzamento ancora più ambizioso dell’attuale 12simo posto, a -3 dal nono. Un traguardo peraltro già rilevante per un club che ha soltanto il 17esimo budget del girone. Dopo una serie nera di cinque ko consecutivi, l’Acr ha saputo cambiare marcia, conquistando ben 25 punti nelle ultime 13 giornate e mostrando soprattutto un gioco gradevole, a trazione offensiva, oltre a caparbietà e consapevolezza, che hanno consentito di andare oltre i limiti dell’organico.
I peloritani stanno peraltro lanciando under di prospettiva come Zunno, Frisenna e Salvo, trascinati anche dagli elementi più esperti in rosa, da Fumagalli a Manetta, da Franco ad Emmausso, da Rosafio al rigenerato Ragusa. Nel calcio però gli esami non finiscono mai. Modica dovrà rinunciare allo squalificato Firenze e all’acciaccato Pacciardi, alla sesta defezione consecutiva, in attesa di un recupero della condizione che potrebbe non essere immediato.
Davanti a Fumagalli, al fianco del sorprendente Dumbravanu, dovrebbe tornare Manetta, dopo un sacrosanto turno di stop. Se Ortisi è in pole a sinistra, a destra Salvo contende una maglia a Lia, che peraltro ad inizio settimana ha anche lavorato a parte. Frisenna, decisivo con i suoi assist, tornerà al fianco di Franco alle spalle del tridente composto da Zunno, Emmausso e Rosafio, anche se in questa fase non è semplice rinunciare a Ragusa.
Plescia potrebbe tornare al centro dell’attacco, anche se il secondo tempo e l’esaltante rimonta contro il Picerno dimostrano che le opzioni in avanti non mancano, soprattutto grazie alla duttilità e alla verve di Zunno. Ma conterà soprattutto lo spirito. Il Messina che ha raccolto punti contro cinque delle prime sette ha battuto soltanto tre delle otto formazioni che la seguono in classifica. Concentrazione e umiltà dovranno essere quindi le parole chiave anche in Puglia.