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Il 66esimo Taormina Arte Award andrà all’attore danese Nikolaj Coster-Waldau

Si accendono le luci sul Taormina FilmFest. Nonostante l’emergenza sanitaria, la città del Centauro si prepara ad accogliere, come di consueto, i grandi volti della cinematografia internazionale. Il festival diretto da Leo Gullotta e Francesco Calogero – prodotto e organizzato da Videobank S.p.A. su concessione della Fondazione Taormina Arte Sicilia – è ormai prossimo al debutto, con la serata di esordio dell’11 luglio prossimo, in sala e su MYmovies.it, e con la cerimonia di chiusura che avrà luogo nel suggestivo scenario del Teatro Antico, il 19 luglio.

Il suggestivo scenario del Teatro antico di Taormina

Ed anche quest’anno ospiti d’eccezione: è infatti  Nikolaj Coster-Waldau il primo delle star internazionali che, in occasione della serata finale, ritirerà il tradizionale Taormina Arte Award per l’eccellenza cinematografica. L’attore danese, il più giovane ad avere avuto accesso alla “Danish National School of Theatre and Contemporary Dance”, ha debuttato in teatro con ruoli intensi e universali di tragedie come “Amleto” e al cinema con l’apprezzato thriller “Nightwatch” (1994) di Ole Bornedal.

Ed è stato solo l’inizio di una carriera in continua ascesa, tanto in Europa quanto nelle produzioni d’Oltreoceano, tra il grande schermo – con “Enigma” (2001) di Michael Apted prodotto da Mick Jagger e tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris, “Black Hawk Down” (2001) e “Le Crociate” (2005) di Ridley Scott, “Wimbledon” (2004) e “Firewall” (2006) di Richard Loncraine – e il fortunato universo della serialità televisiva – da “New Amsterdam” (FOX) all’indiscusso successo delle amatissime otto stagioni di “Game of Thrones” (HBO), ideate da David Benioff e D. B. Weiss dal celebre ciclo di romanzi di George R. Martin.

L’attore Leo Gullotta, direttore del Festival insieme a Francesco Calogero

E proprio nel pluripremiato fantastico mondo di Westeros, il carisma e la caratterizzazione del personaggio di Jamie Lannister nello show del network americano lo consacra come una star planetaria e gli vale ben due nomination consecutive ai Primetime Emmy Awards come Outstanding Supporting Actor in a Drama Series, al pari di numerose altre, agli Screen Actors Guild Awards, ai Critics’ Choice Television Awards, ai Saturn Awards and ai People’s Choice Awards.

Già protagonista di “La madre” (2013) di Andrés Muschietti, Oblivion (2013) di Joseph Kosinski, “Mille volte Buona notte” (2013) di Erik Poppe, “Second Chance” (2015) di Susanne Bier e di “Gods of Egypt” (2016) di Alex Proyas –ormai pronto a smettere i panni dello “Sterminatore di Re” di GOT – il suo talento ha continuato a bucare lo schermo in “La fratellanza” (2017) di Ric Roman Waugh e in “Domino” (2019) di Brian De Palma. Ambasciatore di buona volontà a favore del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, Nikolaj Coster-Waldau si batte per istanze sociali come l’uguaglianza di genere e i cambiamenti climatici e sarà uno degli acclamati protagonisti della cerimonia di chiusura del 66° TaorminaFilmFest.

La locandina del Taormina Film Fest

La locandina del 66° Taormina Film Fest, realizzata da Ginevra Chiechio, è più che una genuina e spontanea citazione iconografica de “Il Gattopardo”, fortunato caso letterario nato dalla penna di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e colossal di Luchino Visconti, padre del neorealismo, che nel 1963 si aggiudicò la Palma d’oro al Festival di Cannes. È un omaggio a una perfetta disposizione di corpi, sublimata da un abbraccio tra Tancredi e Angelica – rappresentanti di due antitetiche e camaleontiche classi sociali attratte e sintetizzate dal trasformismo che ispira gli equilibri sociali risorgimentali. Passione, complicità, tenerezza e seduzione: la scelta simbolica del rosso enfatizza la componente emotiva di cui la Sicilia è intrisa. La sensuale posa dei due fascinosi amanti, eternati da Alain Delon e Claudia Cardinale in un istante di intimità che si staglia contro la frenesia del ballo, è quindi omaggio a un manifesto di gattopardesca sicilianità, a un orgoglio ingenerato da una naturale capacità di adattamento. Così il festival, fiero del prestigio del suo blasone, sul tema delle tradizionali soluzioni cromatiche e di un’ideale rielaborazione del logo con la ripartenza del suo toro, eccezionalmente si trasforma e si rinnova nella speranza che, secondo il celebre motto, tutto cambi affinché resti com’è.

Grazia Maria Managò

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Grazia Maria Managò

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