Non si offendano i più devoti, ma i furti al “Franco Scoglio” sono ormai una tradizione, come la Vara e “U Vascidduzzu”. Nella notte infatti, come era già avvenuto a fine campionato nelle ultime tre stagioni, ignoti sono entrati in azione nella principale struttura sportiva cittadina, a San Filippo.
I vandali si sono introdotti all’interno dello stadio, forzando i lucchetti. Si sono così impossessati del materiale tecnico. Rubati in particolare palloni, felpe e magliette utilizzate dall’Acr Messina per gli allenamenti. Sottratti anche il materiale medico dall’infermeria e soprattutto l’attrezzatura presente nella sala stampa, come i mixer per l’amplificazione e i router per la connessione internet. Con il conseguente danno economico per la società che gestisce la struttura e il Comune, che ne resta il proprietario. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che hanno avviato le indagini.
Dicevamo che non è la prima volta che si verificano episodi del genere all’interno del principale stadio cittadino. Nel giugno 2016, infatti, ignoti si introdussero negli uffici del Gos (il cosiddetto “Gruppo Operativo Sicurezza”), determinando ingenti danni alle apparecchiature di videosorveglianza. Nell’occasione le videocamere risultarono appositamente girate al contrario e quindi i protagonisti del vergognoso blitz agirono indisturbati. Un’autentica beffa per l’Amministrazione Accorinti, che aveva appena ottenuto il rinnovo del collaudo decennale e investito ingenti somme per la messa a norma delle attrezzature di sicurezza.
Un autentico scempio le condizioni nelle quali fu rinvenuta nell’agosto del 2017 la foresteria dello stadio. Un nostro dossier fotografico documentò la presenza di calcinacci, porte e finestre divelte, controsoffitti sfondati, estintori e arredi scardinati, stanze messe a soqquadro, servizi sanitari danneggiati, rifiuti sparsi ovunque, soprattutto nella sala ristorazione e nei bagni. L’area venne letteralmente depredata. E si alzò il coro della politica locale, che invocò sdegnata: “Non accada mai più”.
Non a caso, meno di un anno dopo, nel maggio 2018, per l’organizzazione dei concerti di Vasco Rossi e Negramaro, fu necessario rimettere mano ai locali nuovamente vandalizzati. Venne documentato un autentico saccheggio: sottratti infatti neon, lampade, interruttori, devastata la centrale termica, depredati perfino i bagni, dai quali scomparirono rubinetti, soffioni, cassette di scarico dei wc, urinatoi e lavabi.
Nell’ottobre scorso, infine, stessa sorte era toccata al “Giovanni Celeste”, dove ignoti avevano addirittura divelto gli estintori e riempito di schiuma i locali interni. Nel futuro degli stadi ci sono i progetti della nuova Giunta, che intende affidarne la gestione ai privati. In attesa di concessioni novantennali, propositi di rilancio, paventate scalate verso la serie A o la B in pochi anni, l’attualità racconta soltanto il profondo degrado, culturale e sociale oltre che ambientale, nel quale è sprofondata Messina. E su queste basi, rialzarsi sembra sempre più difficile.