L’Igea non riesce più ad avere continuità. E’ un dato di fatto: la squadra di mister Peppe Raffaele, nell’arco di 5 giornate, ha visto sfumare ben 8 punti che potrebbero rivelarsi decisivi sul quadro di quella corsa alla Lega Pro in cui i giallorossi si sono catapultati contro ogni previsione. Se alla 21esima giornata la squadra del Longano era dunque a due passi dal sogno primato, adesso veste i panni del vice redarguito ed adombrato dal nuovo capo, la Sicula Leonzio, che vanta un distacco di ben 7 lunghezze. Il punto è che in attacco si trovano poche soluzioni, la difesa traballa e – oltre il danno la beffa – l’Igea ha appena perso il titolo di miglior difesa del campionato con 9 reti subite in sole 6 partite. Per non parlare delle reti fatte, che sono soltanto 5 nelle stesse partite.
E se qualche settimana fa ci trovavamo a tessere le lodi di una squadra stellare sia in attacco che in difesa, adesso non possiamo ribadire lo stesso plauso. Si può pensare che la squadra giallorossa soffra la mancanza di Dall’Oglio in difesa (che sta per scontare la squalifica lunga quattro giornate) e di un Biondo che detterebbe al meglio i tempi a centrocampo, però, se così fosse, non ci si riuscirebbe a spiegare perché con un undici di partenza similare tra la partita in casa contro il Rende e quella fuori contro la Turris si possa perdere 4-1 dopo la vittoria che, col gol di Sebastiano Longo, aveva rilanciato per l’ennesima volta i sogni di gloria dei giallorossi. Allora la ragione, per i più tecnici, potrebbe ricercarsi nell’assenza di Cozza a centrocampo, ma in campo si scende in undici uomini e non può essere il singolo a cambiare drasticamente l’atteggiamento di una squadra che ha sempre lottato con le unghie e i denti qualsiasi fosse l’avversario contrapposto.
In sintesi, i cali di attenzione e la scarsa capacità di concretizzazione, potrebbero dipendere da un dispendio di energie notevole nella prima parte della stagione. La rosa non eccessivamente folta, come quella di alcune altre squadre del torneo, sta tessendo da sè la ragnatela entro cui rischia di rimanere intrappolata. Non si può chiedere di più a questi ragazzi che non hanno mai fatto mancare lo sforzo estremo in campo, sino a rimediare un infortunio o finire anticipatamente sotto la doccia per guadagnare qualche metro e strappare un risultato. La società ha dichiarato di voler conquistare una comoda salvezza e quello che sarebbe venuto lo si sarebbe accolto a braccia aperte. Pertanto, tanto di capello e nessuna critica, ma tanta fatica che comincia a farsi sentire. Come un atleta a tre quarti della propria gara cerca di tenere alto il proprio ritmo di corsa, nonostante le forze gli vengano meno, così è la formazione barcellonese, che ha già dato più di quanto era tenuta a fare e nella settimana di sosta per il torneo di Viareggio ha di sicuro cercato di guadagnare energie per poi chiudere gli occhi e scattare verso il traguardo.
I punti di distacco dalla Sicula Leonzio sono 7 adesso, ma i prossimi incontri vedranno avvicendarsi Sancataldese e Pomigliano per i messinesi e Sersale e Palmese per i bianconeri. Sulla carta i primi avrebbero doppio vantaggio, per i secondi una partita contro una squadra galvanizzata da mister Venuto – che ha già centrato il “colpaccio” con una capolista nel girone di ritorno (Igea Virtus per l’appunto) – e una contro un undici in piena corsa verso i playoff. Teoricamente i giallorossi potrebbero ritrovarsi a -1 punto dalla vetta, in attesa del big match tra tre giornate. Cosi sperando e vincendo contro la Sicula Leonzio, l’Igea Virtus potrebbe riconquistare una vetta dal doppio sapore, quello di aver sconfitto la squadra più pericolosa ed in forma del torneo e quella di poter davvero gridare al merito anticipato di vittoria del campionato.
Certo, stiamo parlando di proiezioni eccessivamente future e piuttosto pro-Igea. Dietro la stessa, tuttavia, una serie di formazioni mai paghe di successi saranno pronte a fiatare al collo di chi sta su in attesa di un errore per saltarle addosso. Avanti, Igea: i sorpassi in curva saranno anche i più temerari, ma decidono il risultato della corsa. La strada verso la sfida delle sfide – in programma il 2 aprile – è già segnata.