Igea, Assenzio: “Arbitro in confusione. Ma noi dovevamo essere più cattivi”

IgeaRoberto Assenzio in azione contro l'Aci Sant'Antonio

Vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? È il dilemma che accompagna l’Igea dopo il pareggio interno contro l’Aci Sant’Antonio, che certamente ha fatto storcere il muso a qualche componente del mondo giallorosso. Vuoi o non vuoi si torna sempre là, perché l’arbitraggio del signor Longo di Catania non è piaciuto. I due rigori concessi alla compagine etnea sono parsi perlomeno generosi e la frittata sarebbe stata completa se l’assistente non fosse intervenuto a sventare il terzo penalty per i biancoazzurri, nonostante l’uscita pulita dell’estremo difensore barcellonese.

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L’Igea celebra una delle due reti di domenica

Ma dove finiscono i demeriti di un arbitro apparso in confusione, iniziano quelli di un’Igea che a metà primo si trovava in vantaggio per 1-0, grazie alla rete di Carrello, e in superiorità numerica, in virtù del rosso diretto (sacrosanto) al portiere Cirnigliaro dopo appena quattro minuti. La squadra di Furnari ha concluso la gara in doppia superiorità numerica, per via dell’espulsione, apparsa anche questa ineccepibile all’altro portiere, Sciuto, così tra i pali è finito un giocatore di movimento della compagine ospite.

A nulla è valso il forcing finale dell’Igea, che si deve accontentare del 2-2 finale, ma a Roberto Assenzio l’arbitraggio non è proprio andato giù: “Gioco da tanti anni, ma raramente mi ricordo un arbitro così in confusione. Purtroppo il buongiorno si è visto dal mattino. Di solito ci chiamano per andare in campo circa dieci minuti prima della partita, questa volta la chiamata è arrivata almeno venti minuti prima del fischio d’inizio. Poi ha fatto ironia sul nome di un nostro compagno, infine la partita in cui ne ha combinate di tutti i colori. I rigori non c’erano, anzi addirittura nel secondo si è avvicinato a Cassaro tranquillizzandolo, dicendogli che avrebbe ammonito l’attaccante dell’Aci Sant’Antonio per simulazione. Dopo invece ha indicato il dischetto. Meno male che nel terzo episodio è intervenuto l’assistente di linea, altrimenti avremmo avuto un altro rigore inesistente contro”. 

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Assenzio di testa anticipa un avversario

Assenzio riconosce anche gli errori e i limiti di un’Igea che poteva portare a casa i tre punti: “Sicuramente ci è mancato un pizzico di cattiveria in più negli ultimi sedici metri. La partita si era messa bene, a metà primo tempo eravamo avanti di un gol e di un uomo, ma non sempre chi gioca in superiorità numerica è avvantaggiato. Noi, ad esempio, a inizio stagione abbiamo vinto contro l’Atletico Catania nonostante fossimo in dieci. La squadra in inferiorità tende a coprirsi di più e a non far trovare spazi agli avversari, quando si è in nove addirittura si tende a mettere il pullman davanti la porta e così hanno fatto loro. È mancata anche un po’ di fortuna, fosse entrata una delle occasioni avute nel finale di gara staremmo parlando di tutt’altra partita”.

Nonostante tutto in casa Igea c’è consapevolezza nei propri mezzi: “Abbiamo ripreso il campionato con due vittorie nette, ma sapevamo prima e sappiamo a maggior ragione adesso che ci sarà da sudare, questo gruppo ha esperienza e qualità morali per capire che ogni vittoria va cercata e voluta. Era difficile fare un filotto di vittorie da qui alla fine del campionato regolare. In quest’ottica il pareggio contro l’Aci Sant’Antonio ci sta. Non bisogna dimenticare che avevamo davanti una squadra forte e molto ben allenata, che si è rinforzata durante la sosta. Questo pareggio non cambia nulla per noi, conosciamo i nostri pregi e difetti, la nostra forza. Possiamo arrivare fino in fondo per raggiungere il nostro obiettivo”.