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I due Fumagalli in Rai: “A Caserta tutto perfetto. I sogni vanno inseguiti”

La storia di Ermanno e Jacopo Fumagalli è sbarcata in tv, con padre e figlio ospiti della trasmissione “I Fatti Vostri”, andata in onda in mattinata su Rai 2. Intervistati in studio dal conduttore Tiberio Timperi, i due Fumagalli (classe 1982 il portiere, 2005 il terzino) hanno aperto il loro cuore e descritto le tante sensazioni provate, a partire dall’ingresso in campo insieme al “Pinto” di Caserta, nel giorno della prima convocazione del giovane.

Ermanno e Jacopo Fumagalli
Ermanno e Jacopo Fumagalli commentano l’ingresso in campo a Caserta

“È stata un’emozione indescrivibile – ha detto Ermanno – mi sono girato per guardare cosa faceva lui e vedevo nei suoi occhi un’emozione grandissima. Per me è stata una giornata indimenticabile che ha chiuso un cerchio. È stato tutto perfetto, lui è cresciuto a Caserta, dove ha trascorso l’infanzia facendo le prime litigate e i primi amori, anche se era molto piccolo. Esordire tra i convocati proprio con me a Caserta, poi abbiamo anche vinto…”. Jacopo ha aggiunto: “È stata un’emozione enorme, lo vivo nella quotidianità come padre, ma essere insieme a lui sul campo è da farfalle nello stomaco”. 

Su quando e come è arrivata la notizia della convocazione per la trasferta di Caserta, alla quale sarebbe seguita la successiva per il match casalingo con il Taranto, è l’estremo difensore giallorosso a raccontare: “Le convocazioni vengono date un giorno prima della partita. Jacopo inizialmente non era convocato, poi abbiamo avuto un infortunio all’ultimo secondo. Lui stava prendendo il treno per tornare a casa, gli ho detto di fermarsi e che saremmo passati a prenderlo con il pullman, perché era tra i convocati. Pensava che stessi scherzando, invece gli ho detto che era la verità. Ero felicissimo per lui, so quanto ci teneva, dal 19 dicembre si sta allenando con noi quotidianamente”. 

Ermanno e Jacopo Fumagalli
Ermanno e Jacopo Fumagalli con il conduttore Tiberio Timperi

Sul calcio, mondo che dopo lui ha accolto anche il figlio, Ermanno spiega: “Sono stato sempre favorevole che giocasse anche lui, a me il calcio ha dato tutto. Ci sono però diritti e doveri quando intraprendi questo sport, bisogna fare dei sacrifici”. Per Jacopo “se si ha un papà calciatore tutti vedono il lato positivo, però io l’ho sempre visto poco in quanto andava via per i ritiri e le partite, dunque ci sono anche tanti aspetti negativi, ma lui è stato bravo a non farmi pesare niente di tutto ciò. Il mio ruolo è il terzino, sebbene da piccolino fino a cinque anni facevo il portiere, precisamente quando mio padre giocava nella Juve Stabia, ma in una partita presi due pallonate in faccia di fila e a quel punto ho buttato via i guanti”. 

Jessica, nella doppia versione di moglie e mamma, rappresenta tanto per entrambi. “Santissima donna – dice Ermanno – è una moglie e una mamma fantastica. Abbiamo anche una bimba, Ginevra, pure lei sportiva, che fa pattinaggio. Quando siamo tutti a casa vuole giocare a calcio, ma mia moglie la stoppa subito sul nascere”. Jacopo racconta: “Quando ha saputo della convocazione mia mamma mi ha scritto un messaggio lunghissimo per dirmi di godermi il momento e che sarebbe stata la prima di un lungo percorso”.

Ermanno e Jacopo Fumagalli
Ermanno e Jacopo Fumagalli negli studi di Rai Due

Sul rapporto con i compagni di squadra: “Sono stati fantastici – afferma il portiere – lo hanno inserito subito nel gruppo, da giocatore e non da figlio di. Lo bacchettano quando è necessario, mentre quando gli devono dire bravo lo fanno”. E infine i consigli da papà a figlio, che Jacopo sintetizza così: “Uno dei più belli ce l’ha anche tatuato, è una frase di Will Smith che dice: se hai un sogno lo devi proteggere, ma se vuoi qualcosa devi inseguirla”. 

Un pallone, una porta realizzata ad hoc sullo schermo, la possibilità di tirare un calcio di rigore, l’uno contro l’altro. Ma con un’avvertenza scherzosa da parte di Timperi: “Il vidiwalll costa 150-200 mila euro, attenzione a non romperlo”. Ermanno Fumagalli ha la battuta pronta: “Nel caso dovessimo romperlo paga il presidente del Messina Pietro Sciotto”. Il rigore preferisce calciarlo lui, con Jacopo in porta, invertendo per una volta i ruoli e tentando un cucchiaio. Una vicenda unica per l’intero calcio professionistico, che continua ad emozionare a tutti.

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