I dubbi di Dumoulin. Il ds dell’olandese ferito: “Decideremo se continuare”

Tom DumoulinLa gamba sanguinante dello sfortunato Tom Dumoulin (foto Ansa)

Fratture non ne ha. Incertezza tanta. Tom Dumoulin adesso si trova davanti a un bivio: proseguire l’avventura al Giro d’Italia, con un ritardo di 4’30” dalla maglia rosa alla quale puntava alla vigilia; oppure fermarsi, guarire bene dalla botta al ginocchio rimediata oggi – a circa 6 chilometri da Frascati – quindi prepararsi per il Tour de France.

Le prossime ore saranno decisive per conoscere le intenzioni dell’olandese, davvero sfortunato nel finale della tappa odierna. “Non so bene cosa sia successo, perché con l’ammiraglia eravamo dietro alla corsa – spiega Michiel Elijzen, uno dei ds della Sunweb, la squadra del vincitore del Giro 2017 -. Tom ci ha detto che aveva male al ginocchio, che non riusciva a piegare bene la gamba e a spingere sui pedali; per questo ha perso tanto. Vedremo come si sveglierà mercoledì mattina e decideremo il da farsi. Per il morale è una brutta botta: eravamo qui per vincere il Giro, dopo quattro tappe ci ritroviamo staccatissimi dal leader. Non possiamo essere felici. Dobbiamo comunque rimanere positivi, continueremo a lottare, magari per vincere una tappa: con Tom o uno dei nostri. Poi, sulle montagne, può accadere tutto”.

Antonio Nibali

Il messinese Antonio Nibali, all’esordio al Giro d’Italia, saluta un piccolo tifoso

Chi gioisce, invece, è Richard Carapaz. L’ecuadoriano aveva vinto l’anno scorso la tappa conclusa a Montevergine di Mercogliano e ha concesso il bis. “Nei giorni scorsi ho perso alcuni secondi a causa di una caduta, avevo voglia di riscatto e tanta rabbia – confessa il corridore della Movistar –. Nel finale sapevo che c’era gente molto veloce, così ho cercato di anticiparla, scattando a 600 metri dall’arrivo, ed è andata bene. Sono emozionato per avere rivinto qui, al Giro. Dedico questo successo a mia madre e a mia moglie: dietro ogni nostro trionfo c’è sempre la nostra mamma”.

“Volevo guadagnare secondi importanti – il commento dello sloveno Primoz Roglic, sempre in maglia rosa -. Ero nel gruppo che stava davanti e non ho visto la caduta. Tutti cercavamo di essere fra i primi, invece alcuni sono rimasti attardati dalla caduta. Sono cose che accadono nel ciclismo. In corsa cerco sempre di restare concentrato per evitare contrattempi, anche se non è mai facile. Nibali e Yates sono molti forti, ma possono esserci anche corridori che spuntano all’improvviso e non ti aspetti, oppure cadute che rivoluzionano la generale”.

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