Ciclismo

Hindley in rosa, ma Geoghegan Hart ha lo stesso tempo e attende la crono

Il 103esimo Giro d’Italia vivrà sul filo del rasoio fino all’ultima pedalata e diventa una specie di thriller dal finale ancora da scrivere. La corsa rosa si presenterà alla cronometro conclusiva di domenica, da Cernusco sul Naviglio a Milano (15,7 chilometri), con due corridori che hanno lo stesso tempo: l’australiano Jai Hindley e l’inglese Tao Geoghegan Hart. Il primo ha indossato la maglia rosa, dopo l’arrivo a Sestriere nell’ultima tappa in linea, la 20esima; l’altro la casacca di leader dovrebbe incollarsela addosso tra poche ore, perché più forte del rivale nelle sfide contro il tempo.

Lo sprint vincente di Tao Geoghegan Hart (foto Ansa)

A questo punto, però, può accadere di tutto. Ai tempi della pandemia, quando c’è di mezzo la competizione sportiva, diventa praticamente impossibile fare previsioni. Di certo c’è che, per la prima volta nella storia delle grandi corse a tappe, due corridori partiranno con lo stesso tempo, anche se uno dei due (Hindley) sarà l’ultimo a scattare dalla pedana posta alla periferia di Milano. L’australiano è salito sul tetto del Giro per una questione di centesimi, calcolati in base ai tempi rilevati nelle due cronometro a Palermo e Valdobbiadene.

Ma soprattutto grazie al fatto che Hindley, partito da Alba (Cuneo) con 3″ di vantaggio su Geoghegan Hart (e 12″ di ritardo dall’ormai ex maglia rosa Wilco Kelderman), nell’ultimo traguardo volante, ha sprintato in faccia all’inglese, prendendosi quel secondo di abbuono prezioso che gli ha permesso di affiancarlo poi nel gioco finale dei premi in secondi, assegnati ai primi tre che transitano sul traguardo (10″ al vincitore Geoghegan Hart, 6″ al secondo Hindley e 4″ al terzo).

Hindley e Kelderman: passaggio di consegne tra compagni di squadra (foto Ansa)

Matematica e strategie di corsa hanno caratterizzato l’ultima tappa, ma soprattutto – ed è la seconda volta che accade, dopo la tappa del Stelvio – l’azione di Rohann Dennis, compagno di squadra alla Ineos di Geoghegan Hart, che ha praticamente fatto esplodere il gruppo e messo in ginocchio la maglia rosa Kelderman. L’olandese, non appena Dennis ha preso in mano il comando delle operazioni, si è subito staccato: e mancavano ancora circa 30 chilometri all’arrivo.

A quel punto si è ricomposto il triangolo della frazione conclusa sui Laghi di Cancano, con Dennis a tirare, Hindley a ruota – ma pronto a sprintare per guadagnare il secondo del traguardo volante – e Geoghegan Hart portato in carrozza. Hindley ha cercato di staccare l’inglese ai -2 km, attaccando una, due, tre, quattro volte, ma è riuscito solo a scrollarsi di dosso Dennis, non Geoghegan Hart, che ha resistito e, approfittando una maggiore freschezza, si è pure preso la vittoria di tappa (la seconda in questo Giro).

Hindley si invece è consolato con la maglia rosa che, nel peggiore dei casi, indosserà soltanto per una notte. Rischia infatti di consegnarla all’inglese della Ineos, la supersquadra ex Sky venuta al Giro per far vincere Geraint Thomas e invece al vertice con un giovane quasi sconosciuto ai più, che però la vittoria ha dimostrato di meritarsela, come del resto Hindley. Il nuovo che avanza.

Redazione MessinaSportiva

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