A margine del consiglio di amministrazione con il presidente Natale Stracuzzi e gli altri soci Piero Oliveri e Antonino Micali, il vice-presidente Pietro Gugliotta ha commentato la manifestazione d’interesse formalizzata da Francesco Barbera e Franco Proto, attraverso il documento stilato dal legale Bonaventura Candido.
La posizione del numero due del Messina non è differente da quella già manifestata nei giorni scorsi: “La loro offerta sarà respinta, non ce la sentiamo affatto di accettarla, almeno a queste condizioni. Credo proprio che presenteremo una contro-proposta, chiarendo alcuni aspetti”. Sarà il legale Giovanni Villari a trasmettere alla controparte una risposta ufficiale.
Barbera e soci hanno chiesto di rilevare il 75% del pacchetto azionario, senza però riconoscere alcun corrispettivo economico. Su queste basi non se ne farà nulla. “Faccio un esempio banale. È come se al proprietario di un immobile, che deve pagare ormai le ultime rate, venisse manifestata l’intenzione di rilevarne la maggioranza da parte di chi sarebbe pronto a onorare soltanto questi ultimi esborsi”.
Gugliotta torna a invocare rispetto per l’attuale compagine dirigenziale: “Non si riconosce che abbiamo salvato il Messina da morte certa. Questi imprenditori interessati a subentrare nella conduzione del club hanno fondi a disposizione ma nella loro manifestazione d’interesse non riconoscono affatto i sacrifici che abbiamo compiuto in tutti questi mesi”.
Il vice-presidente ricorda anche gli ostacoli superati nell’ultima estate: “Abbiamo impegnato una fideiussione da 400.000 € per consentire l’iscrizione del club alla Lega Pro. All’epoca dopo le vicissitudini legate alla precedente gestione societaria significava mettere a rischio un consistente capitale. Oggi è facile dire che quelle somme torneranno nella nostra disponibilità ma a settembre nessuno era certo che quei fondi non sarebbero stati aggrediti a stagione in corso dai creditori, senza una gestione oculata. Ecco perché non è accettabile un’offerta che non riconosce alcun corrispettivo economico”.
La porta per i potenziali investitori resta comunque aperta, o almeno socchiusa: “Chiunque voglia entrare in società è libero di farlo, non c’è nessuna preclusione. Potremmo addirittura discutere una cessione dell’intero pacchetto azionario, ma a fronte del versamento di un’adeguata “royalty”. Manca una stima definitiva, ma a mio avviso oggi l’ACR Messina ha un valore di tre milioni di euro, ai quali vanno sottratti ovviamente i debiti. Se ci riconosceranno queste somme, siamo pronti a parlarne”.