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Gugliotta: “A Tavecchio manifestato il nostro rammarico. Lo Monaco non si nasconda”

Missione taorminese per la proprietà dell’ACR Messina, che ha approfittato della presenza dei vertici della Figc nella perla dello Jonio, eletta per 48 ore regina del calciomercato. Il presidente Natale Stracuzzi ed il socio Piero Oliveri hanno incontrato infatti Carlo Tavecchio.

Il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio
Il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio

Presente anche il vice-presidente Pietro Gugliotta, che ha descritto così una giornata chiave in ottica riammissione: “Al massimo dirigente della Federcalcio abbiamo espresso il nostro rammarico per la sentenza del Tribunale Federale Nazionale, che ha stravolto le precedenti richieste di Stefano Palazzi. Tavecchio ci ha ascoltato, assicurando che farà tesoro di quello che gli abbiamo detto”. La proprietà siciliana è perplessa per la linea piuttosto morbida adottata da Sergio Artico e dal collegio giudicante, che potrebbe rappresentare un pericoloso precedente: “Chiaramente Tavecchio non può intervenire nel merito di un processo. Stracuzzi ha però evidenziato che se vi sono delle partite truccate e prove inconfutabili a supporto dell’accusa non si possono punire i club coinvolti con penalizzazioni di scarsa entità”.

Stracuzzi, Gugliotta e Micali, tre dei quattro soci del nuovo ACR Messina
Stracuzzi, Gugliotta e Micali, tre dei quattro soci del nuovo ACR Messina

“Altrimenti si trasforma l’illegalità in legalità ed altri proveranno ad approfittarsene, dal momento che è passato il concetto che basta compromettere il direttore sportivo o l’allenatore, lasciando indenni i vertici del club. È un segnale deleterio…” aggiunge Gugliotta, che con i suoi soci non lascerà quindi nulla di intentato: “Siamo fiduciosi sull’appello ed eventualmente sul terzo grado di giudizio, con l’Alta Corte del Coni che potrebbe determinare un ribaltamento della prima sentenza”. In attesa delle pronunce, è davvero preoccupante il ritardo accumulato da un club che alla data del 25 agosto ha davvero pochi capisaldi: “L’incertezza sulla categoria ci ha condizionato. Ad ogni modo i giocatori di esperienza già in gruppo, come Parisi, Cocuzza e Giorgione, ci hanno detto che rimarranno anche in caso di mancata riammissione. A quel punto lavoreremo per disputare un campionato di vertice in D”. 

ACR Messina
L’estate 2015 passerà alla storia perché questioni come debiti e marchio hanno soppiantato l’argomento mercato…

Le prossime dovrebbero essere perlomeno ore decisive per la composizione dell’organigramma: “Mercoledì chiuderemo questa partita. In molti si sono fatti avanti e Lello Manfredi è una delle persone che si è detta disponibile ad aiutarci. Ma sulla sua figura e su quella del direttore sportivo sarà il presidente a sciogliere le ultime riserve. Sul fronte societario ci sono altri imprenditori interessati ad affiancarci”. Tra i grattacapi però c’è anche il mancato “congedo” di Pietro Lo Monaco: “Esperti di diritto sportivo ci assicurano che il marchio ˂˂ACR Messina˃˃ non poteva essere scisso dalla struttura societaria, per cui su questo fronte siamo fiduciosi. Stiamo lavorando invece su alcuni aspetti contabili”.

Vi avevamo raccontato che l’ultimo bilancio è finalmente disponibile presso la Camera di Commercio (clicca qui per rileggere l’approfondimento). Gugliotta non nasconde il suo disappunto per la perenne incertezza sull’entità dei debiti ereditati dalla precedente gestione: “La partita relativa al 2014 è stata chiusa, ma sul periodo compreso tra gennaio ed agosto 2015 restano i dubbi. Al San Filippo si sono già presentati molti fornitori ed abbiamo saldato alcune pendenze. Ma è ovvio che non possiamo pagare alla cieca…”. 

Il patron Pietro Lo Monaco
La pubblicazione del bilancio 2014 non è stata sufficiente per chiarire una volta per tutte la reale esposizione debitoria del club

C’è chi si chiede se non sia stato un azzardo acquisire un club senza conoscerne nel dettaglio l’esposizione debitoria, a dispetto della mole di professionisti, tra commercialisti ed avvocati coinvolti. Il vice-presidente dell’ACR Messina replica così: “È stato un rischio determinato perché in fase notarile ci siamo sobbarcati i debiti iscritti a bilancio, circa 750.000 €. In mano abbiamo una lista di pendenze e crediti che non ci convince del tutto. Per questo abbiamo diffidato Pietro Lo Monaco a fornire tutte le altre carte. Non può nascondersi…”. Il dramma è che fino ad oggi ci è riuscito benissimo.

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