La quinta tappa del Tour de France si è conclusa in volata, con il successo (il secondo in questa edizione) di Andre Greipel. Il tedesco in maglia verde ha regolato allo sprint il gruppo a ranghi compatti. La classifica generale è sempre comandata da Tony Martin, vincitore della precedente frazione.
Per Vincenzo Nibali invece è stata una giornata interlocutoria. Il messinese è stato guardingo per tutta la durata della tappa, stazionando sempre nelle avanguardie del gruppo. Lo “Squalo dello Stretto” ha palesato la solita tranquillità tattica ma nonostante tutto è punzecchiato da alcuni addetti ai lavori, che sembrano pronti a far nascere un caso. “Vincenzo Nibali è nervoso” hanno sentenziato i telecronisti della TV di Stato. Eppure il portacolori dell’Astana ha risposto con la solita cortesia alle domande dei giornalisti prima della partenza della gara. Risposte sintetiche e poco articolate, tipiche di un corridore sempre molto concentrato e poco propenso a lasciarsi andare ai microfoni a ridosso dell’impegno agonistico, sono stati invece male interpretati.
Al traguardo conclusivo l’intervistatore Rai ha cercato di strappare qualche parola al capitano dell’Astana ma Nibali ha replicato di volersi recare subito sul pullman. Come non comprenderlo: la tappa è stata nervosa, caratterizzata a tratti da pioggia e vento. E sull’asfalto scivoloso ancora una volta non sono mancate neppure le cadute, una costante in questo avvio di Tour. Le temperature basse hanno fatto il resto. Inevitabile che i corridori dopo la tappa volessero raggiungere il prima possibile il pullman della squadra per fare una doccia calda. Secondo noi quindi nessun nervosismo. Soltanto la legittima necessità di un ciclista che dopo una tappa estenuante vuole trovare un po’ di tranquillità. Poi, se fosse davvero nervoso, ne avrebbe ben donde, considerato che ha un margine consistente da recuperare da Chris Froome e soltanto per sfortuna e le conseguenze di una caduta, quella di Adam Hansen nella seconda frazione, e non perché sia mai stato messo in crisi.
Tutt’altro, verrebbe da dire, pensando che tra i quattro big è stato il più in palla nella cronometro d’apertura mentre sul pavé si è meritato l’effimero ma significativo “premio per la combattività” da parte della giuria. Ecco perché a nostro avviso sarebbe meglio evitare sterili polemiche e supportare piuttosto l’Astana, apparsa oggettivamente un po’ in difficoltà a differenza delle altre formazioni di vertice.