Toni forti e nessun alibi dopo il pari interno con il fanalino di coda Aversa Normanna. Il tecnico del Messina, Gianluca Grassadonia, parte nella sua analisi da quei secondi 45′ tutti da dimenticare: “La ripresa è stata molta brutta. Se andiamo dietro alle chiacchiere facciamo fatica, invece dobbiamo pedalare e stare zitti. Il secondo tempo è figlio di una scarsa maturità, occorre far meglio dal punto di vista nervoso e caratteriale. Nel primo tempo la squadra si è proposta ed è stata intensa, poi siamo diventati molli, passivi e presuntuosi. Mi prendo la responsabilità di questo pareggio, sono davvero incazzato. Era una partita fondamentale, uno scontro diretto importante”.
L’allenatore è un fiume in piena: “L’Aversa non ci credeva neanche, ha pareggiato su mezzo tiro in porta. Non è possibile avere un atteggiamento così passivo. Siamo giovani e abbiamo dovuto fare i conti con infortuni e squalifiche. Mi preoccupa, però, l’atteggiamento di questo tipo, perché non abbiamo più giocato nel secondo tempo, quando si sono visti ritmi da Terza categoria. Il nostro campionato è contro squadre come l’Aversa, non contro Lecce o Salernitana. I tifosi ? Chi viene al campo ci da una grossa mano, ma non mi va di fare appelli. Non dobbiamo perdere di vista il nostro obiettivo per arrivare senza affanni alla salvezza”.
L’episodio del rigore fallito da Orlando è poi un’altra chiave di volta del momento in casa giallorossa. Grassadonia spiega la confusione nata prima del tiro. “Il rigorista era Corona, poi veniva Stefani e come terzo Orlando. Valuteremo cosa è avvenuto. Luca ha sbagliato, può capitare, ma si è soprattutto innervosito e ha smesso di giocare. Era accaduto anche l’anno scorso che Corona facesse calciare Caturano per farlo sbloccare. Cosa c’è da salvare ? Il risultato. Io non prendo in giro nessuno e non penso al palo di Benvenga all’ultimo istante. E’ l’atteggiamento del secondo tempo che mi dispiace molto di aver visto”.