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Grassadonia: “Pretendo applicazione massima. Vogliamo arrivare ancora più in alto”

Il tecnico del Messina Gianluca Grassadonia in conferenza stampa ai nostri microfoni
Il tecnico del Messina Gianluca Grassadonia in conferenza stampa ai nostri microfoni

Il Messina è la squadra che ha raccolto più punti nel girone di ritorno (24 a fronte dei 18 ottenuti in tutta l’andata) ed il margine sulla nona piazza è confortante, con ben 7 punti da gestire ad appena sei giornate dal termine. Eppure il tecnico del Messina Gianluca Grassadonia cambia espressione in volto se gli si ricorda che il peggio è ormai alle spalle: “A Melfi dovremo tenere la tensione altissima, guai se non fosse così. Ci siamo già rilassati abbastanza domenica contro il Gavorrano. Fortunatamente la squadra ha reagito ed abbiamo portato a casa i tre punti. Mi attendo delle risposte importanti dopo una prestazione negativa. Ci sono anche i meriti dell’avversario ma noi non abbiamo offerto la solita prestazione ed anche i ragazzi lo hanno ammesso quando abbiamo rivisto la registrazione televisiva”.

L’ex allenatore della Paganese è consapevole che i gialloverdi vanno spesso in difficoltà tra le mura amiche: “Affronteremo una squadra che sta disputando un ottimo campionato ed è ad appena a due punti da noi. Dovremo avere un approccio convinto perché loro giocano meglio fuori casa, sfruttando le ripartenze. Sono completi in ogni reparto, soprattutto in attacco, e stanno andando al di là di ogni più rosea aspettativa estiva. La posta in palio è importante ed un risultato positivo ci avvicinerebbe al traguardo. Una battuta d’arresto invece complicherebbe di colpo la nostra rincorsa”.

La squalifica di Silvestri impone una novità in difesa e l’eventuale ritorno tra i titolari di Ignoffo imporrebbe l’impiego della calcolatrice se vorrà essere rispettato il limite dell’età media (24 anni) dell’undici di partenza: “Valuterò fino alla fine tutte le opzioni disponibili. È ovvio che se dovremo rispettare quel parametro ci sarà un ballottaggio tra Ignoffo e Corona. Stiamo lavorando molto anche sulla possibilità di proporre contemporaneamente Ferreira e Pagliaroli alle spalle di un’unica punta”.

Il trainer salernitano ha commentato anche il ruolo dei vari De Bode, Quintoni, Caldore, Cucinotta e Buongiorno, che stanno trovando pochissimo spazio: “Sono primissime linee, colonne portanti di questa squadra e spero abbiano la possibilità di dimostrarlo. In campo vanno soltanto undici però è un gruppo forte anche grazie a loro. I ragazzi sanno che io guardo molto ciò che accade in settimana, cerco di capire chi sta meglio e non accetto cali di tensione dovuti a superficialità. Loro devono soltanto farsi trovare pronti qualora fossero chiamati in causa”.

In queste ultime giornate potrebbe registrarsi anche l’esordio del caraibico Zaine, fin qui un oggetto misterioso del mercato invernale: “Ho parlato ieri con lui. Ha prospettive importanti ma deve crescere velocemente. Vorrei vederlo in campo così come tanti altri”.

Inevitabile un commento sullo sfortunato Franco, costretto ad andare sotto i ferri per la lesione del crociato: “Per me è stato un dolore immenso, molto forte, perché al di là del calcio ci sono dei rapporti umani che ci legano. È un ragazzo giovane, che ha subito un infortunio importante: ma è già un uomo maturo, che ha masticato amaro perché non è stato impiegato al massimo. Tornerà più forte di prima”.

Con Foggia ed Ischia ormai nel mirino il Messina fa un pensierino anche ad un eventuale piazzamento prestigioso come il quarto posto: “Se manteniamo questa umiltà nessun obiettivo ci è precluso. La squadra pensa sempre al massimo ma non dobbiamo neppure dimenticare dove eravamo qualche tempo fa. Guai a cullarsi, perché nel calcio le cose cambiano spesso ed i risultati non sempre sono scontati. Ci sono diciotto punti in palio e quindi dobbiamo ancora guardarci le spalle. Sulla carta ad esempio il Chieti ha sei partite contro formazioni che hanno già una classifica delineata. Anche se gli avversari saranno professionali le loro motivazioni saranno comunque inferiori a quelle dei neroverdi”.

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