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Messina

Grande calcio e distrazioni fatali: un bel Messina resta abbuonato agli sprechi

Dopo un’estate caratterizzata da lunghe e vane attese e dal totale distacco tra la proprietà e la piazza, il Messina alla prova del campo sta sorprendendo piacevolmente. La sfida di Trapani era davvero uno scontro sulla carta impari, tanto che il tecnico Giacomo Modica alla vigilia aveva paragonato la sua squadra al pastorello Davide chiamato a sfidare con una fionda il gigante Golia, “alto tre metri e armato di una corazza di quaranta chili”, come si leggeva nella Bibbia.

Manetta e Krapikas
Manetta e Krapikas difendono un possesso (foto Ciccio Saya)

Eppure la corazzata allestita dall’ambizioso presidente Valerio Antonini, che schierava in attacco due pezzi da novanta come Lescano e Kanoute, autori già di dieci reti in coppia, ha palesato ancora limiti a livello di coesione e schemi, agganciando il Messina soltanto al 93′, con l’aggravante di avere disputato ben 75 minuti, praticamente una partita intera, con un uomo in più per l’ingenuo doppio giallo rimediato in una manciata di minuti da Anzelmo.

L’arbitraggio ancora una volta non ha aiutato il Messina, perché se il rosso per l’ex Vibonese appare inevitabile, avrebbe meritato qualche cartellino in più il Trapani mentre l’ultimo gol è viziato da un doppio episodio: il mancato fallo fischiato su Pedicillo nella metà campo opposta, apparso netto, e il possibile blocco irregolare su Krapikas, che fino a quel momento era stato impeccabile e non ha potuto provare ad opporsi al nigeriano Udoh.

Rizzo
Rizzo lotta in mezzo all’area (foto Ciccio Saya)

Il Messina ha già perso per strada tantissimi punti. Con Potenza, Casertana e Latina le altre rimonte subite e lascia un po’ di amaro in bocca anche il finale di Picerno, dopo un’altra buona prova. Con otto punti all’attivo dopo nove giornate e un misero +2 sull’ultimo posto bisogna però riflettere sulle fragilità mostrate dai giallorossi. Non aiuta la contestazione perenne nei confronti di una società che non ha più fornito dettagli sull’ipotetica cessione del club ad un fondo mai palesatosi in riva allo Stretto.

Nonostante questo e un budget tra i più bassi del girone, Modica è riuscito a dare un gioco e un’anima ad un gruppo molto giovane, che schiera ben dieci elementi all’esordio o quasi nella categoria. La squadra mostra peraltro personalità e attributi, tutt’altro che scontati. Il meritato trionfo in uno dei campi più caldi del girone è sfumato soltanto nel recupero ma la prestazione resta. In copertina oltre a Krapikas ci sono vari singoli, in una gara affrontata con una panchina ridotta per le assenze di tre potenziali titolari come Petrucci, Marino e Salvo.

Frisenna e Anatriello
Frisenna e Anatriello celebrano il gol a Trapani (foto Ciccio Saya)

Anatriello, al di là dei quattro gol, è elemento che fa reparto da solo, come si è visto a Trapani, dove l’inferiorità numerica lo ha isolato in avanti, senza alcun supporto. La traversa colpita nel primo tempo urla vendetta ma il gol d’opportunismo nella ripresa è il meritato premio per una punta che nelle precedenti settimane Modica ha testato anche sulla corsia per non rinunciare a Luciani.

Morleo è stato protagonista di un ottimo esordio da titolare proprio nella gara da ex, contro la formazione con cui aveva conquistato promozione e Coppa Italia. Progressi sono arrivati anche da Rizzo, conferme da Petrungaro, che ha propiziato il vantaggio, Pedicillo, che fa peraltro dalla duttilità la sua migliore arma, e Garofalo. Nel finale invece l’ennesima disattenzione imperdonabile, con Ortisi che non sta replicando le buone risposte del precedente torneo, in cui gli era stato ritagliato un ruolo inedito dopo le stagioni vissute fra centrocampo e attacco più che in difesa.

Adragna
Gabriel Adragna ha fatto il suo esordio nel finale a Trapani

Il Messina aveva anche concesso la soddisfazione dell’esordio nella sua Trapani ad uno dei giovani stabilmente aggregati alla prima squadra, Gabriel Adragna, 2006 con trascorsi nei vivai di Pescara, Ascoli e Rimini. Ma dopo una gara impeccabile in difesa, il Diavolo ci ha messo lo zampino e la disattenzione sul corner decisivo per l’1-1 finale apre chiaramente dibattiti anche sulla gestione dei cambi, con l’innesto di Cominetti vanificato da un immediato infortunio mentre Ndir o Di Palma avrebbero magari garantito qualche centimetro in più in un episodio chiave.

Piangere sul latte versato comunque serve a poco. Meglio provare a fare tesoro di errori e disattenzioni che hanno caratterizzato il primo quarto di stagione, in vista di un calendario che resta tosto: all’orizzonte le trasferte ad Avellino e Catania, le big più in forma del girone insieme al Benevento. Domenica al “Franco Scoglio” ci sarà il Monopoli, protagonista di un grande avvio di stagione in cui ha già ottenuto gli scalpi di Benevento, Foggia, Altamura, Cavese e Turris. La preparazione scatterà lunedì pomeriggio.

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