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Girone I di serie D a rischio stop se Calabria e Campania saranno “zone rosse”

Nel giorno in cui si disputano due recuperi, tra San Luca e Castrovillari in Calabria, e fra Licata e Paternò in Sicilia, non ci sono ancora certezze sull’effettiva prosecuzione della serie D. Nella bozza del documento stilato dalla Lega Nazionale Dilettanti non si fa ancora riferimento all’effettivo stop, anticipato invece da indiscrezioni giornalistiche.

calciatore pallone
Il calcio dilettantistico attende i dettagli del nuovo Dpcm

Nel caso del girone I, quello in cui militano Acr Messina, Football Club e Sant’Agata, si attendono comunque certezze sul destino di Calabria e Campania. La prima, alle prese con una delicata gestione dei posti di terapia intensiva negli ospedali, messi già sotto pressione dalla seconda ondata di Coronavirus, dovrebbe essere dichiarata “zona rossa”. Ancora da definire nel dettaglio il destino della seconda, che potrebbe anche essere soltanto “zona gialla”.

Nelle aree rosse, quindi a più alto rischio, secondo quanto si legge nella bozza dell’ultimo Dpcm del Governo, “sono vietati gli spostamenti dalla regione in entrata e in uscita, e anche quelli all’interno del territorio, salvo comprovate esigenze lavorative, di salute o legate all’accompagnamento dei figli a scuola”. La dizione “comprovate” dovrebbe condurre alla necessità del modulo di autocertificazione.

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I protocolli medici impongono controlli finalizzati a isolare eventuali positivi

Si ipotizza inoltre che “si potrà svolgere attività motoria solo nell’area intorno alla propria abitazione, rispettando il distanziamento e con la mascherina. È consentita l’attività sportiva solo all’aperto e in forma individuale. Quindi la serie D potrebbe essere costretta a fermarsi, anche perché appare improbabile una differenziazione tra territori in quella che rappresenta pur sempre la quarta serie nazionale.

Rispetto a quanto è avvenuto finora potrebbe subentrare infatti una differenziazione tra club professionistici e dilettantistici, anche per la disparità di protocolli. Quello di D è meno stringente e le 104 gare già rinviate in appena sei giornate o il caso della Gelbison, che ha appena annunciato ben sedici positività, mostrano che forse è insufficiente per garantire adeguata tranquillità a società e tesserati e di conseguenza regolarità ai tornei.

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