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Messina

Gioveni: “Schemi di convenzione approvati a luglio. Perché si perde tempo?”

“Nella partita della gestione degli stadi cittadini, l’Amministrazione non sta calciando in porta, ma in tribuna, o ancora peggio, sta proprio facendo melina”. Usa volutamente una metafora calcistica il consigliere comunale Libero Gioveni per intervenire nella querelle relativa al “Franco Scoglio”, anche dopo le dichiarazioni dell’assessore allo sport Pippo Scattareggia, raccolte dalla nostra testata.

L’esponente del civico consesso contesta “i ritardi nella pubblicazione dei bandi per la gestione pluriennale” degli stadi “Franco Scoglio” e “Giovanni Celeste” e denuncia “poca imparzialità nell’interlocuzione con l’ACR Messina e il FC Messina sulla proroga dell’affidamento dell’impianto di San Filippo”.

Il manto erboso del “Franco Scoglio”

“Sono trascorsi esattamente sei mesi (era il 4 luglio 2019) da quando il Consiglio Comunale ha approvato gli schemi di convenzione dei due stadi cittadini con i quali l’Amministrazione sarebbe già stata in grado di preparare e pubblicare i bandi. Invece ancora oggi – prosegue l’esponente del Pd – non vi è traccia di tutto ciò, con la proroga della concessione del “Franco Scoglio” fino a maggio 2021 che fa quindi presagire ancora tempi lunghi per la pubblicazione dei bandi”. 

“Eppure l’iter per l’approvazione degli schemi di convenzione che il Consiglio Comunale aveva iniziato già nella competente Commissione consiliare e poi culminato con il voto finale in Aula – ricorda Gioveni – è stato tutto sommato rapido, dimostrando quindi una chiara volontà politica da parte del Consiglio per una gestione pluriennale degli stadi e, di riflesso, per il ritorno del calcio messinese in ben più ambite platee”. 

De Luca e Sciotto
Il sindaco Cateno De Luca e Pietro Sciotto al Comune nel febbraio 2019

“Non vorrei che questa “melina” da parte dell’Amministrazione sia dovuta al dubbio che io stesso ho sollevato in Aula sull’effettiva competenza nella pubblicazione dei bandi – conclude il consigliere nella nota stampa –, ossia se competono appunto ancora al Dipartimento competente o invece alla “Patrimonio S.p.A”, la società partecipata nata da sei mesi per la gestione e valorizzazione degli immobili, che di fatto sta assumendo già le sembianze dell’ennesimo “carrozzone”. Il dibattito, insomma, è destinato a proseguire.

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