Dai più etichettato semplicemente come under ma Carmelo Iurato in campo sta dimostrando coi fatti di meritare maggiore considerazione. Il ragazzo nato a Ragusa nel ’94, è una Guardia – Ala di 190 cm per 83kg e milita nella Sigma Basket Barcellona. La sua carriera inizia nelle palestre di Santa Croce, sotto l’attento sguardo di Giancarlo di Stefano. Passa quindi alle giovanili della Virtus Ragusa: qui incontra grandi coach come Recupido, Gebbia e Ceccato.
Il debutto in DNB, ancora minorenne, nel 2010: gioca 7 gare e mette dentro anche alcuni punti. Diventa subito capitano della Nova Virtus Ragusa, in DNC, dove mette in mostra le sue doti realizzative e da rimbalzista. Quindi il grande salto. Arriva Avellino: gioca in quattro partite e mette a segno due punti, contro la Scavolini Pesaro. Adesso indossa i nostri colori, scendendo in campo in 12 partite mettendo a segno 12 punti. Qualche giorno fa è arrivata la convocazione per il raduno della nazionale Under 20 con coach Sacripanti.
Cosa si prova ad essere selezionati per un raduno nazionale?
“Innanzi tutto devo dire che sono veramente felice per la chiamata, anche se la prima cosa che ho pensato, dopo che il coach ed Antonello me lo hanno riferito, è stata quella di cercare di frenare il più possibile la mia euforia. Mi ha reso felice si, ma sin da subito ho pensato che non dovrò mai e poi mai sentirmi appagato: se commettessi questo errore sarebbe la fine per me! Lo vedo invece come una grande stimolo che mi aiuterà a fare sempre meglio, ed il basket è fatto di stimoli! In queste situazioni credo che la cosa più importante sia essere il più motivato possibile!”
Ti aspettavi questa chiamata?
“Ad essere sincero non me lo aspettavo. Non nascondo che l’anno scorso c’ero anche rimasto un po’ male per non aver avuto la possibilità di partecipare ad alcun raduno. In quel periodo avevo fatto veramente tanto nel mio campionato e l’anno precedente a Ragusa. Ma ho continuato a lavorare sodo nonostante tutto, ed ora continuerò a farlo con un grosso stimolo in più. Tutto questo naturalmente non sarebbe successo se non avessi avuto la possibilità di allenarmi e migliorare per tutto l’anno con questa squadra. Faccio parte di una società formata da taff e giocatori che mi danno tantissimi consigli. Il mio obiettivo è riuscire a imparare tantissimo da loro, devo prendere tutto! Mi sarà utile!”
Quali sono le “regole” che un giovane deve seguire per arrivare a questo livello?
“Non so se esistano delle regole. Credo che ancora non sono nella posizione tale da poter dare delle indicazioni ai miei coetanei. Sinceramente l’unica cosa che penso, e che mi ripete sempre mio padre, è che il lavoro paga. Sono certo che il proverbio “Aiutati cà Diu t’aiuta” sia validissimo, ma bisogna anche avere la consapevolezza che “unni arrivi mitti zinca!”. La traduzione del primo, facile da capire, è aiutati che Dio ti aiuta, mentre il secondo dice che dove arrivi, metti un segnale”.
Che consiglio dai ai giovani che al giorno d’oggi vogliono fare carriera nel mondo del basket?
“Questa domanda sarebbe meglio rivolgerla ai miei compagni di squadra che hanno più esperienza di me. Anche se comunque voglio dire ai giovani di avere molta serietà e lavorare duramente, sempre! Solo così si raggiungeranno gli obiettivi che ci prefiggiamo”.
Quando hai capito che tu e la pallacanestro eravate fatti per stare insieme?
“Ho sempre pensato di giocare a pallacanestro fino a 60 anni e nella serie più alta possibile! Adesso hh maturato le mie idee: giocherò finché potrò, anche se non dovessi riuscire in futuro in una qualsiasi serie, anche con i miei amici al campetto la sera dopo lavoro! Non la smetterò mai! Gioco da quando ero piccolo, da quando avevo 4 anni e anche se adesso amo questo sport, il vero amore per il basket sono convinto è quello che si prova da piccoli”.
Cosa pensi del basket siciliano?
“Ormai siamo arrivati a quattro società in LegaDue. Adesso ne serve una in Lega A, sicuramente speriamo di riuscirci noi! Per il resto mi piace sottolineare che in alcune città c’è veramente una grande tradizione e passione, come a Barcellona, e questa è una cosa che non avviene in altri luoghi d’Italia! È una cosa comune il basket nostrano. Peccato che la crisi da noi è più forte e una splendida realtà come Ragusa, mi riferisco alla squadra maschile, sia caduta così in basso: sarebbe bello rivedere il vero derby tra noi e loro”.
E della Sigma Basket Barcellona?
“La Sigma Basket Barcellona è una società stupenda. Ho il piacere di farne parte e sono certo che si meriterebbe il salto di qualità!”.
Qual’è il tuo pronostico per la promozione?
“Non saprei per niente, non voglio sbilanciarmi. Ti dico solo che ho un sogno nel cassetto, con scadenza a metà giugno!”.
Cosa significa, per te che sei siciliano, giocare in una squadra della tua stessa terra?
“Una grande soddisfazione! Gioco per la mia Sicilia, e ciò mi rende felice! Sto bene qui perché ci sono nato. Mi piacciono le tradizioni siciliane: il cibo, il nostro sole e il bel tempo. E poi i miei genitori che vengono alle partite sono uno stimolo in più!”.
Iurato e i Social Network, che rapporti avete?
“Iurato e i social network? Ho solo facebook. Non ho nè Instagram nè Twitter. Già non ho tempo per vedere tutte le notifiche di fb e su whatsapp mi ci collego raramente: solo quando ho tempo di rispondere a tutti! Mi manca il tempo davvero, tra basket e studio non riesco a trovare il tempo per niente! Mi ci vorrebbero almeno altre 14 ore in più al giorno! Comunque sia è un bel modo per rimanere in contatto con le persone lontane da te”.
Un’ultima domanda: sei partito da Santa Croce, poi Ragusa, Avellino e quindi Barcellona. Cosa c’è sotto questa crescita? Chi sono state le persone più vicine?
“Sono davvero tante ma il massimo comune denominatore è solo uno: la mia famiglia! Non mi ha lasciato mai. Crede in me più di quanto ci creda io, e ogni cosa buona che faccio la devo solo a loro! Sarò sempre riconoscente! Poi molto va ai miei allenatori he mi hanno visto crescere, e tra questi quelli che non dimenticherò mai sono Di Stefano, Gebbia, Di Gregorio e Ceccato. Ma soprattutto uno a cui mi sento particolarmente legato: Gianni Recupido!”.