Tempi di bilanci per i giovani pongisti azzurri reduci dalla partecipazione al Minicadet Open d’Ungheria. Per l’Italia l’ultima giornata di incontri ha portato in dote il terzo posto in singolare di Attilio Serti e i quarti di finale raggiunti da Giacomo Allegranza e Daniele Antonio Spagnolo, costretti a cedere il passo ai finalisti del tabellone. La gara a squadre si è conclusa negli ottavi di finale. Tocca al tecnico milazzese Umberto Giardina tracciare un consuntivo finale della trasferta in terra magiara per i colori italiani.
“Sapevo che sarebbe stato un torneo molto qualificato – spiega -, perché è sempre molto ricca la partecipazione di nazioni come l’Ungheria, la Romania e la Germania, in cui il nostro sport è praticato a buon livello. Quest’anno per la prima volta ho visto danesi e svedesi e l’importanza della manifestazione è in continua crescita. Nella gara a squadre non siamo stati molto fortunati con il sorteggio e sono convinto che, se non in semifinale, almeno negli otto avremmo potuto entrare benissimo. Negli ottavi ci è capitata la mista che comprendeva il romeno Szilagyi, che non ha perso neppure un incontro, né in team né nell’individuale. Partire sotto 2-0 ed essere obbligati a vincere il doppio non è una situazione facile“.
Nel singolare Serti è risultato il migliore: “È sempre riuscito ad avere un rendimento costante. Ha rischiato negli ottavi con Csaba, perché gli ungheresi sbagliano poco e se non si riesce ad aumentare la velocità di gioco e a prendere delle iniziative sono problemi. La sua pecca è che non è abbastanza aggressivo ed è un aspetto sul quale bisognerà lavorare. Il suo quarto con il danese Oksfeldt è stato positivo, mentre in semifinale Szilagyi non gli ha permesso di giocare“.
Spagnolo ha perso un’occasione nei quarti. “Spesso nel corso delle partite va incontro a dei cali, legati non a una questione tecnica, ma mentale. Alla fine ha ceduto alla “bella”. Penso che, se avesse vinto, in semifinale avrebbe battuto anche l’ungherese Straubinger e sarebbe andato al match per il titolo. Anche lui, come Attilio, deve essere meno attendista e diventare più propositivo. Allegranza contro Szilagyi nei quarti nei primi due set ha avuto la palla per chiudere e in entrambi i casi è stato battuto per inesperienza e la bravura dell’avversario. Si è un po’ demoralizzato e nel terzo parziale non è stato più lo stesso giocatore. Riesce comunque a mettere pressione sui suoi avversari e questo elemento è determinante per riuscire a emergere in ambito internazionale“.