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Giampà: “Un orgoglio l’accostamento al Messina. In C Zampagna sarà il mio vice”

Archiviata una stagione da record, l’ex tecnico del Sant’Agata Mimmo Giampà è in vacanza e ha letto con piacere l’accostamento del suo nome alla panchina del Messina: “Fa piacere essere affiancato ad allenatori che hanno fatto la storia come Zeman o che sono tra i più forti della serie C come Auteri. È anche vero che non hanno ancora ufficializzato il nome del ds, quindi ritengo che prima dovranno scegliere quello. Ma sono orgoglioso di essere nella rosa di papabili, vuol dire che ho fatto bene”.

Sant'Agata
L’abbraccio tra Catalano e Giampà (foto Marta Ignazzitto)

L’ex centrocampista non si fa comunque illusioni: “A differenza di nomi più blasonati rappresenterei una scommessa ma prima o poi devono tutti mettersi in gioco. Italiano in fondo ha iniziato così a Trapani, dove ha avuto la possibilità di dimostrare il suo valore. Sto facendo la gavetta, quando capiterà a me l’occasione giusta cercherò di sfruttarla”.

Salutando i biancazzurri, Giampà ha chiarito di avere voglia di nuove sfide: “Andando via da Sant’Agata, che ho ringraziato per questo biennio, spero di trovare una squadra di categoria superiore, per dare seguito al percorso che sto facendo. E se si ha voglia, come me, di alzare l’asticella bisogna anche avere il coraggio di restare momentaneamente fermi”.

Sant'Agata
Per il Sant’Agata è stato un anno da record (foto Marta Ignazzitto)

Il biennio al “Fresina” è stato davvero notevole: “L’anno scorso ho preso la squadra al penultimo posto e ci siamo salvati. Quest’anno siamo arrivati quinti, con numeri da record nel girone di ritorno: 37 punti e la migliore difesa con 10 gol subiti. In 22 gare abbiamo perso solo con la Gelbison poi promossa in C, offrendo grosse prestazioni con tutti. Nonostante una rosa imbottita di under, che erano di qualità. Ho sempre detto che a 21 anni devi essere forte come un over”.

Una scalata iniziata con una batosta che altrove sarebbe potuta costare subito la panchina: “Paradossalmente la mia fortuna è stata esordire con un ko nettissimo, il 6-1 con il Dattilo. Ho fatto rivedere la partita ai giocatori. A tratti abbiamo dominato ma il punteggio diceva il contrario. Abbiamo commesso tutti gli errori possibili. È stato il migliore stimolo per raggiungere l’obiettivo”.

Sciotto, Giampà e Carabellò
Pietro Sciotto, Mimmo Giampà e Giovanni Carabellò nel 2017

Dopo essere subentrato in corsa, Giampà spera di iniziare un’annata standard: “Su svarioni come quelli con il Dattilo normalmente lavori in ritiro. Io parto con il 3-4-2-1 e non è facile acquisire subito certi meccanismi, ci vuole tempo. Introdurre subito tanti concetti può creare confusione. Se costruisci tutto dall’inizio hai sicuramente dei benefici”.

A Sant’Agata la squadra sarà guidata da Vanzetto, che è stato il secondo di Giampà: “Gli auguro il meglio. Si gioca una bella opportunità in una serie D importante. Può essere la piazza adatta, senza troppe pressioni. Dovrà stimolare i ragazzi: il nostro segreto è stato spingerli all’inverosimile a dare il massimo e andare anche oltre le proprie possibilità”.

Riccardo Zampagna
Riccardo Zampagna celebra una rete con la maglia del Messina (foto Ansa)

L’ex calciatore è soddisfatto perché è riuscito ad imporsi anche lontano dalla sua Calabria: “Dicevano che lì allenavo grazie al mio passato. Da calciatore la D l’ho giocata un solo anno, vincendola a Crotone. Da allenatore invece ho iniziato la mia carriera da zero, facendo peraltro benissimo a Roccella”.

In caso di C il nuovo secondo dovrebbe essere un altro storico ex giallorosso, Riccardo Zampagna: “Con lui abbiamo un grandissimo rapporto e ci sentiamo sempre. Potrebbe entrare nel mio staff ma dipende dalla categoria. In D non ha senso, soprattutto in piazze piccole, in cui il budget è ridotto e la sua qualità non verrebbe valorizzata. Non abbiamo già lavorato assieme per questo. In una C, magari ambiziosa, potremmo farlo”.

Corona e Giampà
Scambio di gagliardetti tra Corona e Giampà nel 2014 (foto Paolo Furrer)

Da calciatore è stato grande protagonista a Messina: “Ho avuto la fortuna di scrivere la storia. Si possono ricordare tante altre squadre ma noi abbiamo chiuso settimi in serie A, pur essendo magari inferiori a un Totò Schillaci. Arrivai a gennaio per vincere la B in un gruppo di operai, una grande famiglia, e quello ha fatto la differenza. Andavamo dalle mogli per mangiare e dormire ma casa nostra era lo spogliatoio”.

Sullo è stato soltanto l’ultimo grande ex che non è riuscito a ripetersi in panchina, come Sasà Marra e Buonocore ma Giampà non si fascia la testa: “Non vedo rischi particolari se non quelli del mestiere. Sto facendo un’altra carriera e se non arrivano risultati vieni esonerato o cacciato sia se alleni il Girifalco, la squadra della mia città, il Sant’Agata o il Messina. Poi conta tanto la squadra, che deve essere idonea al tuo gioco o ai tuoi dettami tattici”. 

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