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Messina

Per Gemma cauto ottimismo. Rinaldi: “Mauro un appassionato indimenticabile”

All’indomani del drammatico incidente stradale che è costato la vita al padre, Gemma Amendolia resta in condizioni stabili, in coma farmacologico. È arrivata vigile in ospedale ed è stata sedata dai medici, anche per scongiurare eventuali conseguenze per via di un edema cerebrale. Le tac comunque non hanno evidenziato nulla di particolarmente preoccupante. Sulla sua ripresa c’è moderato ottimismo, anche perché i valori sono nella norma. Resta però delicata la situazione del braccio sinistro, oggetto di un intervento chirurgico, dal momento che ha riportato svariate fratture in seguito all’uscita di strada della Bmw Mini Coooper.

Formula 3 & Messina Racing Team
Da sinistra l’ingegnere Massimo Rinaldi e Mauro Amendolia, ds della Messina Racing Team e pilota di grande esperienza (foto Roberta Fazio)

È affranto dal dolore il Presidente dell’Automobile Club di Messina Massimo Rinaldi, che era anche presidente dei commissari di percorso della Targa Florio: “Mauro lo conoscevo benissimo, da oltre 30 anni, forse addirittura 40. I nostri due studi sono distanti pochi metri. Giovedì, prima della partenza, gli avevo telefonato e come facevamo spesso lo avevo preso un po’ in giro, per via della sua stazza fisica. Gli avevo annunciato che avrei imposto agli altri concorrenti una zavorra, per non svantaggiare il suo equipaggio…”.

Mauro Amendolia era un autentico trascinatore, innamorato della sua disciplina: “Un amicone, una persona giovale, buona, disponibile, il più simpatico rompiscatole che abbia conosciuto. Era soprattutto appassionato in modo viscerale di automobilismo. Voleva correre una gara al giorno e si rammaricava perché a Messina non ci sono più i fondi di una volta e la città è in grande difficoltà e non riesce a sostenere chi ama i rally”.

Bmw Mini Cooper
La Bmw Mini Cooper distrutta dopo il terribile incidente (foto Repubblica)

Rinaldi si è reso subito conto della gravità della situazione, anche in virtù dei dispositivi tecnici in dotazione alla giuria: “Sui monitor video ogni auto è contrassegnata da un pallino verde e grazie al gps ogni tre secondi riceviamo un aggiornamento. Non appena il pallino è diventato rosso abbiamo capito che l’auto si era fermata e quindi ci siamo preoccupati. Il commissario numero 30, presente in quel tratto di circuito, non ha risposto alle nostre chiamate, anche perché era stato colpito dall’auto. Il commissario 29 ci ha confermato di avere visto transitare l’auto, che invece non ha mai raggiunto l’intermedio dove si trovata il 31, che a quel punto ha raggiunto a piedi il luogo dell’incidente. Ha vissuto attimi di terrore e ci ha raccontato di avere trovato Giuseppe Laganà (l’altro defunto, ndc) e Mauro già senza vita. Gemma invece era cosciente e ha atteso ambulanze ed elicottero”.

Formula 3 & Messina Racing Team
Valentina e Gemma Amendolia con la loro Mini John Cooper Works (foto Roberta Fazio)

Difficile chiarire la reale dinamica del sinistro: “È un incidente inspiegabile. Non c’era nevischio sul tracciato, come ha dichiarato qualcuno. I Carabinieri hanno sequestrato il camera-car, che accerterà le reali condizioni del fondo stradale. La mia ipotesi è che su quel rettilineo in salita Mauro abbia accusato un malore. La macchina si è girata di 180 gradi e Gemma si è fatta molto male al braccio sinistro, che era in una posizione innaturale. Probabilmente si è accorta che il padre si era accasciato e ha provato quindi ad afferrare il volante”. Aspetti che saranno chiariti dall’autopsia, che considerati i giorni festivi potrebbe slittare fino a mercoledì.

Rinaldi ha sottoscritto i rapporti per le Federazioni e l’Autorità giudiziaria ma respinge fin d’ora le insinuazioni legate all’efficienza degli pneumatici: “Sono illazioni risibili. Erano idonee, perché quella di Mauro era una vettura “racing start”. Gomme scolpite, nuove, adattatissime all’auto e al fondo stradale. I tre apripista e i ventotto equipaggi transitati in precedenza non avevano riscontrato particolari difficoltà. Purtroppo il destino ci ha messo lo zampino”.

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