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Ganna re della Sila, Almeida resta rosa. Nibali: “Ho evitato rischi inutili”

Filippo Ganna non conosce ostacoli e continua a mietere successi nel Giro d’Italia delle foglie morte e dei ritiri clamorosi, Miguel Angel Lopez e Geraint Thomas su tutti. Vince anche quando non c’è il cronometro a scandire le sue pedalate e anche se la strada s’impenna, come nella tappa da Mileto (Vibo Valentia) a Camigliatello Silano (Cosenza). Nella prima frazione non disputata in Sicilia, l’isola che gli ha regalato le prime due maglie rosa della carriera, il ragazzo del lago Maggiore è riuscito a domare perfino il Valico di Montescuro, con una fuga che ha messo alle corde i compagni di scorribande attraverso i boschi della Sila.

Filippo Ganna
Secondo successo di tappa per Filippo Ganna (foto Ansa)

La salita era pedalabile, sebbene portasse fino a oltre 1.600 metri, e Ganna ne ha approfittato, innestando il 53 e pedalando di potenza, come gli riesce meglio. È arrivato solo al traguardo, dopo oltre 100 km in avanscoperta e confermando un invidiabile stato di forma. Ed è un peccato che non sia riuscito a riprendersi la maglia rosa, persa su un’altra salita: quella dell’Etna, costretto com’era a ‘trainare’ il proprio capitano della Ineos, Thomas, che aveva già il bacino incrinato dopo la brutta caduta nella discesa di Enna.

La maglia del primato è rimasta incollata sulle spalle del portoghese Joao Almeida, secondo dietro Ganna a Palermo e terzo al traguardo, che si è difeso con ammirevole determinazione, faticando forse più del dovuto e condividendo gli straordinari con Ganna. Quest’ultimo si è messo addosso anche la maglia azzurra di miglior scalatore, l’unica che non aveva indossato ancora. Si è difeso bene anche Vincenzo Nibali, che è a un 1′ dal tetto del Giro e che sull’ultima discesa ha preferito fare l’andatura, trainando con un pizzico di prudenza, ma grandissima esperienza, tutto il gruppo e togliendo l’iniziativa all’incerto Domenico Pozzovivo.

Joao Almeida
Il portoghese Joao Almeida ha difeso la maglia rosa (foto Ansa)

La strada viscida per la pioggia ha consigliato il vecchio “squalo” (36 anni il mese prossimo) a non aumentare la frequenza delle pedalate, com’è sua abitudine. Era importante arrivare senza farsi male. Giovedì un’altra tappa nervosa, e pronta a regalare sorprese, attende il Giro: da Castrovillari (Cosenza) l’approdo fra i sassi di Matera, dopo un suggestivo passaggio nel Parco de Pollino. I corridori dovranno percorrere 188 chilometri, con diversi saliscendi nel finale. È una tappa da imboscate, ma con possibile arrivo allo sprint.

“È stata una tappa molto particolare e insidiosa, secondo le aspettative. Non semplice da interpretare, esigente, anche dal punto di vista della concentrazione. Soprattutto nel finale”. È la foto della quinta frazione scattata da Nibali, dopo l’arrivo a Camigliatello Silano. Il messinese è quinto nella classifica generale, a circa 1′ dalla maglia rosa di Joao Almeida. “Come squadra abbiamo deciso di provare ad alzare il ritmo sull’ultima salita, poi abbiamo visto che non c’era terreno per una vera selezione – aggiunge -. Ho preferito fare la discesa in testa per precauzione, non sapevo quanto poteva essere pericoloso l’asfalto viscido e ho voluto evitare rischi. È positivo che ci siamo messi alle spalle senza intoppi una tappa potenzialmente pericolosa, anche se la caduta e il successivo ritiro di Pieter Weening proprio non ci volevano”.

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