Calcio

Fusco: “Incredibile l’affetto della gente di Messina. Vincere al Sud è più bello”

Fermi tutti, c’è il ministro della difesa. Tecnica, sagacia, eleganza. Luca Fusco era il perno centrale della retroguardia del Messina 2003/2004. La gara del 5 giugno di vent’anni fa contro il Como, che valse la matematica promozione in Serie A, lo vide per una sera insolitamente ai box dopo un campionato da protagonista. Sfogliando per noi l’album dei ricordi racconta in maniera nitida: “Conservo un ricordo bellissimo di quella sera. Quando si vince un campionato è sempre bello, riuscirci in una città dove la Serie A mancava da 40 anni lo è ancora di più. Giocai 42 partite saltando giusto quella col Como per squalifica (ride, ndr)… Ricordo l’affetto della gente di Messina sia allo stadio che in città, la folla che ci accolse a Piazza Cairoli e nei luoghi simbolo, il popolo giallorosso che si riversò in strada. Le piazze del sud vivono di calcio e raggiungere determinati traguardi è per questo più bello che da altre parti. Lo so bene, mi è successo anche nella mia Salerno (era il 1998, ndr) di conquistare una promozione in A dopo 50 anni”.

Luca Fusco con Marco Storari nelle figurine dell’epoca

Storari, Zoro, Fusco, Rezaei, Parisi. Filastrocca che veniva scandita a memoria per snocciolare i componenti di un muro nel pacchetto arretrato pressoché invalicabile. Zoro e Rezaei erano due grandi marcatori, fisicamente forti. Io ero più la mente, non facevo di certo della struttura fisica il mio punto di forza, ma avevo la capacità di guidare il reparto. Parisi fu strepitoso segnando 14 gol in quel campionato tra punizioni e tiri da lontano, il nostro braccio armato. E poi in porta Storari, fortissimo. Marco ha dimostrato negli anni il campione che era per la carriera che ha fatto e le squadre in cui ha giocato. Ci completavamo bene a vicenda”.

Eppure quel campionato, chiuso in maniera trionfale, era iniziato come peggio non si poteva, con soli 4 punti messi insieme nelle prime sette giornate sotto la gestione Patania. Poi l’arrivo di Bortolo Mutti e l’immediato cambio di marcia. “Con mister Patania avevamo fatto appena 4 punti, ma le colpe non erano soltanto sue, in quanto non era un bottino che potesse rispecchiare il valore di quella squadra per com’era composta. Eravamo forti e Mutti, da allenatore esperto, ci diede tranquillità. Il nostro era un gruppo splendido, ci vedevamo anche fuori dal campo e ci sentiamo tuttora oggi”.

Luca Fusco, ex difensore del Messina

Settimana dopo settimana, vittoria dopo vittoria, il Messina cominciò a scalare la classifica, fino a coronare il sogno. Ci fu una partita decisiva? Quando avete iniziato a credere concretamente nella promozione? “Ci abbiamo sempre creduto. Le due partite che vincemmo quando arrivò Mutti contro Avellino e Piacenza ci hanno fatto prendere consapevolezza. Non era un bel momento, se dopo il cambio in panchina non ci fosse stato subito quello slancio avremmo fatto fatica. Partimmo invece con due vittorie e ci rimettemmo immediatamente nel mischione in classifica”.

Chi era il trascinatore di quella squadra? Ecco la fotografia di quel gruppo firmata Fusco: “Non c’era un leader in particolare, ma tanti. Era un gruppo coeso, nel quale ognuno faceva il suo. Sullo era molto carismatico. Coppola il più energico e sanguigno, sapeva trascinare. E poi ovviamente Di Napoli, con le sue qualità. Il più mattarello era Storari, un ragazzo molto estroverso. Ricordo inoltre la serietà di Rezaei, da iraniano. Campolo e Ametrano per infortuni vari hanno potuto dare poco alla causa, ma la loro è stata una presenza importante, così come Mamede, fondamentale per quello che ha dato. Quando arrivai al Messina Sullo spiccava per esperienza, venendo già da stagioni belle e importanti vissute con quella maglia. Ricordo che vedevo dappertutto l’immagine del suo rigore segnato nel derby col Catania dei playoff di C1. Era un punto fermo di quella squadra. Ai tre o quattro elementi cardine ci aggiungemmo noi come nuovi acquisti e si creò quella squadra che rimarrà per sempre indelebile nelle menti di tutti i tifosi messinesi”.

Luca Fusco alla guida delle giovanili della Salernitana

Intrapresa la carriera da allenatore, è stato vice di Grassadonia a Pagani e Vercelli, per poi dirigere da primo la stessa Paganese e il Sorrento. Fusco è attualmente nella sua Salerno, guidando Primavera e Under 17 granata, oltre a curare la Soccer Academy che porta il suo nome.

Ma oggi è soprattutto un papà orgoglioso che il 20 maggio ha provato la gioia di assistere all’esordio in Serie A del figlio Gerardo, proprio con i colori della Salernitana. “Sono un papà felice perché ho due splendidi figli, un maschio e una femmina. Gerardo quest’anno ha esordito in A nelle ultime giornate nella gara Salernitana-Verona. Per noi genitori e tutti i familiari è stata una bellissima emozione”. A 26 anni dal suo debutto in A, con la stessa maglia, è scoccato anche il momento di Gerardo, attaccante. Di padre in figlio. Chissà che un giorno non ci sia in aggiunta il giallorosso ad unirli.

Alessandro Calleri

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Alessandro Calleri

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