Dal Camaro al Città di Messina, il 2017 è stato un anno indimenticabile per Giuseppe Furnari. L’allenatore, premiato nel corso del “The Best Coach” organizzato dall’A.I.A.C., si gode l’ennesimo riconoscimento personale dopo la promozione raggiunta con i neroverdi. Il titolo d’inverno ottenuto in Eccellenza con il Città ha poi rappresentato la ciliegina.“Fa piacere – commenta ai nostri microfoni – avendoli ottenuti peraltro con due società differenti. E’ la bellezza del calcio, perché non era preventivato in nessuno dei due casi. Io penso soltanto a lavorare, poi i risultati arrivano sempre grazie ad un insieme di componenti: società, staff e giocatori. Ho avuto la fortuna di trovare due grandi gruppi di uomini prima ancora che calciatori. Fa piacere essere premiati, ma è come se lo ritirassi da parte di tutta la società. L’allenatore nel bene e nel male ci mette sempre la faccia”.
Un salto di categoria che non si è fatto sentire, tale è stato il rendimento del Città di Messina, davanti a tutti per il giro di boa: “L’Eccellenza non è la Promozione, ci sono piazze e squadre di categoria superiore. Il primo posto, di certo, non lo immaginavo. Abbiamo avuto un inizio balbettante ma poi ci siamo ritrovati. In occasione del ciclo di partite difficili, alla conclusione del girone d’andata, c’era chi pensava che potessimo finire settimi o ottavi in classifica, invece abbiamo collezionato 15 punti, prendendoci un primo posto meritato anche in base ai numeri espressi dalla squadra”.
E’ cambiato il modulo, non i risultati. Il 3-5-2 gli dà adesso ampie garanzie: “Con il Camaro adottavo il 4-3-3 ed è stata una stagione trionfale, nella quale siamo stati molto prolifici. Al Città di Messina la rosa è stata invece completata a step. Ero partito dal 4-3-3, poi abbiamo provato il 3-5-2 in Coppa Italia contro il Città di Sant’Agata. I ragazzi si sono applicati e in questo momento con quel sistema di gioco riusciamo a soffrire poco, tenendo bene il campo”.
I tanti giocatori di esperienza possono ora risultare fondamentali per rimanere in cima: “Abbiamo il giusto mix tra ragazzi vogliosi e giocatori di esperienza. Da Paterniti a Bombara, da Cardia a Quintoni, hanno tutti giocato in categorie superiori e continuano sempre a mostrare grande voglia. Sono i primi ad entrare in campo per l’allenamento e gli ultimi ad uscire. Il giusto spirito che trasmettono ai più giovani, spinti in questo modo ad un livello di professionalità maggiore”.