La scomparsa del Città di Messina lo ha lasciato senza panchina, dopo un triennio da incorniciare. Giuseppe Furnari per una volta dismette la tradizionale modestia e ammette di essere orgoglioso di quanto raccolto: “Ho vinto due campionati, con Camaro e Città, e in D ottenuto una salvezza con una squadra imbottita di messinesi, allestita con un budget ridotto. Abbiamo evitato la retrocessione soltanto ai playout ma eravamo settimi, a un punto dai playoff, alla fine del girone di andata. Poi ci sono state alcune partenze non compensate subito dagli arrivi e gli infortuni di uomini chiave come Berra e Fragapane”.
Il tecnico era stato anche allontanato, ma dopo appena tre settimane è tornato in sella: “Hanno pesato le sconfitte immeritate con Palmese, Gela – con un gol annullato e un rigore negato – e Nocerina, con Feola che parò di tutto. Poi forse ci siamo abbattuti, ma d’altronde tanti esordienti non erano abituati alla categoria e carattere e personalità si acquisiscono con l’esperienza”.
Non è ancora arrivata la proposta che Furnari ha dimostrato di meritare: “Sono stato contattato dal neopromosso Biancavilla ed è arrivata qualche chiamata dall’Eccellenza. Ma spesso vengono fatte altre scelte. Aspetterò ancora”.
Del suo sorprendente gruppo fin qui appena due superstiti, uno nell’Acr e uno nel Fc. “Fragapane non è una sorpresa. È già stato tra i migliori esterni del torneo ed era seguito da club di C, categoria in cui può giocare tranquillamente. È cresciuto molto e si è espresso su alti livelli. Ha corsa e potenza quando avanza sulle corsie e con noi giocava anche nei tre dietro. Ed è un grande tifoso del Messina”.
Proprio la prova nel derby lo ha consacrato: “Al di là della splendida rete, Alessandro giocò una grande partita. Incontenibile sulla fascia in proiezione offensiva, perfetto nelle chiusure difensive”.
Costantino valuterà invece in ritiro il giovanissimo centrocampista Pietro Santapaola, classe 2003: “A dispetto dell’età, aveva già impressionato me e capitan Bombara. Con la palla si muove già con l’esperienza di un grande e sa coprire la palla. È un elemento di prospettiva e ha esordito in Nazionale Under 16. Può essere aggregato stabilmente”.
Furnari crede che sia Acr che Fc avrebbero potuto pescare maggiormente nel suo vecchio organico: “Con le scelte delle nuove società i messinesi devono cercare altre strade. Io avrei puntato sulle qualità dei vari Bombara, Calcagno, Costa, Ferraù, Di Vincenzo, Cappello, Mondello, Paludetti, Pantano o D’Amico e ne dimentico qualcuno”.
Secondo il tecnico il campo ha mostrato il loro effettivo valore: “Con una rosa tutta messinese abbiamo battuto Turris, Castrovillari e Cittanovese e perso 1-0 a Bari. I ragazzi hanno dato tutto e dimostrato che non conta sempre il curriculum. A questa base ovviamente avrei aggiunto anche io dieci elementi di fuori in grado di fare la differenza. Abbiamo perso due punti di riferimento: senza il Città in D e il Camaro in Eccellenza, ora non resta che la Promozione. A meno che, come già sta accadendo, qualcuno non decida di spostarsi in provincia”.
Sembra comunque promettere bene il lavoro avviato dal ds Obbedio: “Crucitti è un ottimo giocatore e Barbera ha fatto benissimo pur essendo un 2001. Anche gli under sembrano profili interessanti. La difficoltà sarà amalgamare tutto ed essere pronti in tempo per l’inizio del campionato. A mio avviso potevano essere utili Ferrante, Zappalà e Catalano, che accendeva la luce in avanti. Forse non si sposavano con il nuovo modulo, ma grazie a loro da dicembre il Messina si è strutturato e rimesso in carreggiata, tenendo un passo da playoff”.
Il neonato Fc del vecchio Città non ha conservato praticamente nulla: “Strutturare da zero una squadra non è semplice – rimarca Furnari –. Rispetto all’Acr partono prima perché dovranno giocare subito la Coppa. In organico ci sono tanti ragazzi di fuori e stranieri che dovranno ambientarsi e magari apprendere anche la lingua. Noi avevamo Galesio e Berra, ma ripeto: ci sono elementi con caratteristiche simili anche in Sicilia. Codagnone, acquisendo maggiore cattiveria, può stare benissimo in D”.
Il presidente Arena, il dg Ferrante e il ds Morello hanno optato per under provenienti dal Nord e dal centro Italia: “Era prevedibile ma noi eravamo un gruppo già strutturato, con un settore giovanile a supporto della prima squadra. Avevamo 2001 e 2002 aggregati, che hanno esordito in D. Hanno fatto scelte differenti, sfruttando evidentemente un canale preferenziale con vivai importanti”.