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Fumagalli: “Prova devastante, punti vitali. Un giorno cederò lo scettro a Jacopo”

Ha messo la sua firma sulla vittoria con un guizzo nel finale ma per un giorno Ermanno Fumagalli non è stato il più determinante in casa Messina: “Abbiano offerto una prestazione a mio avviso devastante sotto tutti i punti di vista. Siamo rimasti compatti e abbiamo giocato un gran calcio, la squadra mi è piaciuta. Potevamo chiuderla prima ma alla fine siamo riusciti a portare a casa tre punti vitali. Eravamo convinti, ci portiamo a casa l’intera posta in palio. Ci godiamo questa vittoria importantissima, da martedì penseremo al Taranto“. 

Jacopo Fumagalli
Jacopo Fumagalli nel riscaldamento (foto Paolo Furrer)

Al suo fianco in conferenza stampa il figlio Jacopo, 18enne alla prima convocazione in prima squadra: “Gli dico sempre che non vedo l’ora di cedergli lo scettro. Attendo che si svegli e che se lo prenda… A parte gli scherzi, il destino ha voluto che venisse convocato in prima quadra proprio qui, dove è cresciuto. Chi è padre capirà come mi sento. Peraltro qualcuno dirà che è raccomandato ma in realtà premetto che si è conquistato tutto da solo. Sta facendo sacrifici, vivendo lontano da casa e dagli amici. Senza quelli nella vita non si ottiene nulla. Mi auguro che sia l’inizio di un percorso fantastico”.

Fumagalli ha giocato oltre 180 gare con Casertana e Marcianise, la metà proprio al “Pinto”: “A livello personale era una partita a cui tenevamo tanto. Qui abbiamo vissuto splendidamente, come famiglia, a livello calcistico, in città, con i tifosi. Per noi era una gara vitale, dopo i punti persi con il Cerignola. In casa abbiamo sprecato tanto. Mi spiace per Caserta ma sono un tesserato del Messina e penso anche a noi chiaramente”.

Modica e Mento
La soddisfazione di Modica e del medico Mento (foto Paolo Furrer)

Le sei assenze e la conseguente emergenza non hanno stravolto il calcio di Modica: “Il mister vorrebbe sempre vincere, al di là di assenze e avversario. Giocherò fin quando mi diverto, vado al campo con il sorriso e mi arrabbio anche se prendo gol in allenamento. Sarà il campo a dire quando, come e perché smetterò”.

Jacopo ha scelto il ruolo del terzino e non quello del portiere. Nella sala stampa del “Pinto” ha scherzato con il padre: “Per giocare in porta devi essere matto e il pazzo e istintivo della famiglia è lui. Preferisco conquistarmi qualcosa con la carota più che con il bastone. Gioco a calcio e contemporaneamente studio scienze umane. Sono felicissimo di questa giornata e della convocazione. Lavorerò per arrivare lontano, avendo una grande guida come quella di mio padre”. 

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