Dopo le parole pronunciate a caldo in sala stampa nel commentare lo 0-3 con il Latina, Ermanno Fumagalli ha concesso il bis nella trasmissione “Contropiede”, in onda su Tcf. Il portiere, leader dello spogliatoio, ha fotografato la situazione in casa Messina, continuando a metterci la faccia: “C’è preoccupazione, la gente ha paura che sia la fotocopia dello scorso anno, ma non è così, è un momento difficile. Mancano ancora tante partite da qua a gennaio, abbiamo la possibilità di fare punti”.
La terza sconfitta consecutiva pesa come un macigno e la strada pare sempre di più in salita. L’esperto estremo difensore non dà però importanza al calendario che vedrà adesso i giallorossi di scena contro il Foggia e la capolista Juve Stabia: “Abbiamo giocato e perso con il Benevento che a detta di tutti è uno squadrone, però avevamo battuto l’Avellino. Per me c’è la squadra avversaria, siamo undici contro undici e si vede chi ha più voglia e fame, poi le qualità dell’avversario possono emergere, ma la musica deve essere diversa, entrando cattivi e vogliosi in campo facendo capire che si gioca a Messina”.
Terzultimi dopo il buon avvio di stagione. Un vero e proprio crollo verticale che l’ex della Viterbese prova a spiegare così: “Io non ho la bacchetta magica, né la verità assoluta, però posso pensare che all’inizio gli avversari ci sottovalutavano e giocavano con presunzione, dopo hanno visto che qualcosa di buono stavamo facendo e dunque adesso sanno come giochiamo e i nostri punti deboli. Anche il Latina ha cambiato modo di giocare contro di noi, mettendosi con il 4-3-3. Noi abbiamo un’identità ed è quella, hanno costruito una squadra per quel tipo di percorso. Alle prime difficoltà non bisogna mollare o piangersi addosso, come abbiamo fatto invece noi dopo la sconfitta con il Brindisi, pensando magari di poter stare tranquilli avendo fatto un tesoretto di punti in precedenza”.
Fumagalli difende a spada tratta il suo allenatore, Giacomo Modica: “Il mister ci tiene tanto a far bene, è follemente innamorato di Messina, queste sconfitte le vive al triplo come nervosismo. Condivido quello che ha detto dopo la partita, siamo pagati per fare i professionisti, siamo degli uomini e dobbiamo esserlo fino alla fine, poi ci si può trovare bene e o male, ma adesso è tempo di non perdonare niente. Nella vita senza sacrifici non si ottiene niente, io sto lontano dalla famiglia e ho chiesto un permesso per vederla l’altra volta dopo diverse settimane, così come li fanno i tifosi che ci seguono in trasferta. Noi calciatori facciamo il lavoro più bello che abbiamo sempre sognato, però esistono diritti e doveri”.
Messina bucato dallo scatto di Jallow nell’azione che ha messo in discesa la gara per il Latina e poi totalmente distratto sul corner che ha fruttato ai pontini il raddoppio, così come una settimana prima Improta aveva timbrato lo 0-1 per il Benevento libero da marcature. Situazioni che si ripetono. “Se analizziamo i gol presi si tratta di errori individuali, non di reparto, è che noi immancabilmente commettiamo sempre gli stessi, pur cambiando i soggetti. Lo spogliatoio è unito, ma vanno cambiate delle cose, magari ascoltando il vecchio di turno, come facevo io ai miei tempi quando ero ragazzo. Oggi la generazione è diversa, prima ci provi a fargliele capire con le buone, ma dopo un po’ la tolleranza è andata”.
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