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Fumagalli: “Mi vergogno, prova indecorosa. Ora bisogna uscire gli attributi”

Come tradizione, il portiere del Messina Ermanno Fumagalli non utilizza giri di parole per esprimere rabbia e delusione: “Vorrei chiedere scusa a tutti i tifosi e alla società per la prestazione indecorosa, davvero brutta. Dobbiamo soltanto stare zitti e pedalare durante la settimana, parlare meno e rispondere in campo. Mi vergogno per i tifosi, che sotto l’acqua hanno provato a darci una spinta. Abbiamo toccato il fondo e dobbiamo ripartire, altrimenti non siamo uomini”.

Plescia
Plescia difende un possesso

Il rosso, quando era appena maturato lo 0-1 di Jallow, ha cambiato la storia di una gara che altrimenti poteva ancora essere raddrizzata: “Abbiamo retto fino al gol. Dopo l’espulsione di Frisenna c’era una sola squadra in campo, non c’è stata la forza di reagire. Io posso anche sbagliare ma reagisco. Se le sto per prendere devo rispondere, altrimenti vado al tappeto. Con tutto il rispetto Messina non è Pordenone, è normale che ci sia preoccupazione. Non abbiamo dato il 100% finora, ora dobbiamo dare il 200%. Chi non se la sente sta fuori”.

Fumagalli parla da leader, consapevole che potrebbero arrivare scelte dolorose: “Dobbiamo tutelare la società e fare mea culpa, contano i fatti e non le chiacchiere. Durante la settimana lavoriamo e anche bene, la domenica incappiamo in troppi errori e gol su letture individuali sbagliate.  Qualcosa deve cambiare in fretta perché il campionato corre veloce e non ci aspetta. L’involuzione è sotto gli occhi di tutti. Se qualcuno non se la sente a gennaio, a mercato aperto, andrà altrove”. 

Polito e Manetta
Polito e Manetta

Per il portiere serve una reazione da gruppo: “Si deve lavorare di reparto e di squadra. Non bisogna pensare al proprio orticello, è l’errore più grande per un calciatore. Se un compagno sbaglia devo recuperare anche il suo errore e rimediare. Così non va bene: mancano lo spirito giusto e la cazzimma. Non siamo furbi in campo, dobbiamo prendere falli, cadere se prendiamo calci, bisogna vincere i contrasti e uscire gli attributi. Non facciamo nostre le indicazioni del mister, che ha scelto una difesa differente perché mancava Ortisi. Noi ce lo teniamo stretto Modica: c’è unità di intenti, la lingua è una sola”. 

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