Alla vigilia della gara il tecnico Giacomo Modica aveva definito l’annunciato maltempo un’insidia ed è stato ancora una volta buon profeta. Il portiere del Messina Ermanno Fumagalli non nasconde la fatica indotta dal maltempo: “Era difficilissimo giocare tra acqua e vento. La traiettore cambiava sempre. In certe zone di campo la palla si fermava. Anche la tecnica e la preparazione vengono meno perchè comunque non riesci a riprodurre quello che hai provato in settimana. Si gioca sulle seconde palle e conta chi ha più voglia di vincere. Si sono viste comunque buone trame di gioco da parte di entrambe le squadre”.
Prima del calcio d’inizio la società ha celebrato le 700 presenze da professionista, record assoluto nella storia della Lega Pro. Ma l’estremo difensore preferisce guardare avanti e non indietro: “Penso sempre alla prossima gara. È un percorso cominciato quando ero piccolo e non vedo per ora una fine finchè vado al campo, mi diverto e mi arrabbio. Ci metto tutto me stesso in allenamento, in partita, nella riunione tecnica. Sono grande e vaccinato e quindi so come funziona: saranno altri a dirmi che sono “vecchietto”, poco reattivo ma in partita ancora non si vede. Mi godo le singole stazioni, finchè mi faranno salire sul treno. Altrimenti poi tornerò a Fiorenzuola, dalla mia famiglia”.
A cambiare la storia del match con il Picerno è stata la ripresa ma Fumagalli non si esalta perché la strada è ancora lunga: “Lo spiego in poche parole: semplicemente abbiamo smesso di parlare e abbiamo cominciato a correre. Dobbiamo pensare al primo obiettivo, che è la salvezza, da raggiungere il prima possibile. In estate ci eravamo detti che magari la volevamo ottenere con maggiore tranquillità. Una volta raggiunta la matematica si pensa al secondo obiettivo, che sarebbe qualcosa di straordinario. Non ci dobbiamo mettere troppe cose in testa. Non dimentichiamoci che un mese e mezzo fa eravamo tutti da cambiare dopo sei sconfitte. Nel calcio tutto muta da un giorno all’altro”.