Un nuovo ciclone doping si abbatte sul mondo del ciclismo. La Federazione ciclistica internazionale ha infatti reso noto che il britannico Chris Froome, ultimo vincitore della Vuelta di Spagna, è risultato positivo al salbutamolo (un broncodilatatore) durante un controllo effettuato proprio durante la corsa a tappe iberica. Era il 7 settembre, giorno della diciottesima tappa da Suances a Santo Toribio de Liebana. Anche le controanalisi, già effettuate, hanno confermato la positività del primo campione. L’Uci ha detto di non avere provveduto alla sospensione provvisoria del corridore, in ragione della natura della sostanza incriminata, un farmaco antiasmatico che Froome assume da tempo. La concentrazione di salbutamolo nelle urine, però, è superiore alla soglia massima consentita di 1000 nanogrammi/millilitro.
“E’ noto che io soffro d’asma, e conosco perfettamente quali sono le regole – le parole di Chris Froome attraverso gli organi di stampa -. Su consiglio del medico ho incrementato i dosaggi di salbutamolo, ma sempre prestando grande attenzione a non superare i limiti. Uso un inalatore per gestire i miei sintomi (sempre entro i limiti consentiti) e so per certo che verrò testato ogni giorno indossando la maglia del leader della corsa. Prendo molto sul serio la posizione di leadership che occupo nel mio sport. L’Uci ha ragione a esaminare i risultati dei test e insieme alla squadra fornirò tutte le informazioni necessarie“. Se il trentaduenne Froome, il quale nel suo palmares vanta anche quattro edizioni del Tour de France (2013, 2015, 2016 e 2017), dovesse essere squalificato, sarebbe il messinese Vincenzo Nibali a conquistare a tavolino la Vuelta, alla luce del secondo posto centrato a Madrid. Per lo “squalo dello Stretto” si tratterebbe della seconda affermazione nella corsa a tappe spagnola, dopo il successo del 2010.
Il Team Sky in una nota ricorda che Froome in quanto leader della classifica generale è stato sottoposto a controllo a ogni tappa e ha dichiarato di usare il salbutamolo, che “è consentito dalle regole WADA (senza necessità di TUE, esenzione per uso terapeutico) se inalato fino a un massimo di 1.600 microgrammi (mcg) per un periodo di 24 ore e non più di 800 mcg per 12 ore. Froome era stato avvisato dall’Uci che dal controllo sulle urine del 7 settembre era emersa una concentrazione di Salbutamolo a un livello che gli impone di fornire informazioni per confermare di aver inalato non più della dose ammissibile. L’analisi indicava la concentrazione di 2.000 nanogrammi per millilitro (ng / ml), rispetto alla soglia WADA di 1.000 ng / ml. Nessuno degli altri 20 test delle urine effettuati da Chris ha richiesto ulteriori spiegazioni”. La squadra di Froome sottolinea poi che “esistono variazioni significative e imprevedibili nel modo in cui il salbutamolo viene metabolizzato ed escreto. Di conseguenza, l’uso di dosaggi consentiti di Salbutamolo può talvolta portare a elevate concentrazioni urinarie, che richiedono una spiegazione”.