L’impatto sul campionato di serie C Silver da parte di Lukas Friberg è solo in parte testimoniato dalle cifre. 15,6 punti di media, oltre 33 minuti d’impiego per gara, 10 rimbalzi e 35 di valutazione nell’ultima gara disputata. Il giocatore svedese si è sempre confrontato con la pallacanestro ai massimi livelli nel proprio paese e in Sicilia sta dimostrando di essere un leader difficilmente contenibile, che potrebbe diventare un oggetto del desiderio anche a livelli più alti.
Lo abbiamo conosciuto meglio analizzando la sua carriera e i motivi che l’hanno spinto ad arrivare a Messina. “Avrei giocato in serie B in Svezia con il club di Uppsala, team di grandi tradizioni che però a seguito di problemi finanziari dalla massima serie è recentemente ripartito dalle categorie minori. Anche nel mio paese il Coronavirus ha causato l’interruzione della stagione. Avevo quattro mesi di fermo obbligatorio e sapevo dell’opportunità che aveva il mio amico Lukas Landgren qui in Italia al Castanea. Ho parlato con lui e ho quindi deciso di cogliere al volo questa grande opportunità che mi permette di confrontarmi con un gioco ben differente, in un paese lontano dal mio”.
Due svedesi a Messina in una realtà diversa ma accomunati dalla passione per il basket. Lukas spiega come sia stato possibile concretizzare quest’opportunità pur sapendo che il futuro prossimo rimane un grande enigma. “La mia famiglia e la mia ragazza sono ovviamente rimasti in Svezia, io sto proseguendo i miei studi a distanza tramite internet, per cui riesco a giocare e dividermi con le lezioni anche da lontano. Il mio futuro dipenderà molto da ciò che accadrà nei prossimi mesi, da quello che dovrò sostenere per i miei studi e dai bisogni della mia famiglia. Certamente vivo giorno per giorno, un po’ come tutti del resto in questo momento”.
In patria, lui che è un classe 1995, vanta già tanta esperienza al fianco di grandi giocatori in una lega molto professionale e conserva splendidi ricordi legati all’esperienza con Uppsala. “Sono cresciuto nella locale High Basket School che ha visto militare e crescere grandi giocatori come Marcus Eriksson, Jonathan Person e l’ex Virtus Bologna Victor Gaddefors. Onestamente in Svezia il calcio è lo sport più amato, ma anche il basket è molto seguito, anche se la leadership tra i paesi scandinavi spetta alla Finlandia che vanta la maggiore tradizione. Ho giocato tra i 17 e i 18 anni le finali scudetto in Svezia. Quelle resteranno un ricordo indelebile per me. Non ho calcato il campo per molti minuti ma non dimenticherò mai quell’esperienza con la maglia di Uppsala, in una formazione fortissima composta da giocatori della Nazionale svedese e ottimi americani in una piccola città che però ama molto il basket. La mia seconda casa è proprio lì, fu una grande squadra e un gruppo di veri amici con cui condivido bellissimi ricordi”.
Secondo la point guard a livello di gioco cambia tanto tra la sua patria e l’Italia. “In Svezia in forza delle mie caratteristiche posso giocare principalmente playmaker e come guardia specializzata principalmente a livello difensivo. Aiuto il team in quello che mi chiede come specialista nella nostra metà campo anche se mi piace molto tirare. Già come ala piccola vengono richiesti giocatori alti due metri e io non potrei col mio fisico. Ovviamente da voi dove sono molti i giocatori più “under size” io riesco a ricoprire più ruoli tatticamente, c’è grande agonismo”.
Il torneo siciliano sta vedendo il team gialloviola grande protagonista, forte di una squadra ben rodata che al momento ha mostrato un ottimo basket. Ancora ogni discorso appare prematuro però l’ex Koping Stars è ottimista: “Col Castanea siamo partiti molto bene, ma ancora abbiamo disputato poche partite. Dobbiamo continuare così e concentrarci sul lavoro settimanale perché il segreto è allenarsi bene e il più possibile. La partita con la JustMary Messina è stata una grande battaglia, abbiamo perso ma questo ci può stare perché la prima parte di stagione rappresenta soltanto una fase intermedia in vista dei playoff. Sarà allora che saremo chiamati a fornire il nostro meglio”.
In chiusura un parallelo tra la lega scandinava e questa italiana con un giudizio per certi versi sorprendente. “In serie C italiana c’è un livello differente rispetto al mio paese perché nella C svedese trovi solo ragazzi locali mentre in serie B e A ci sono ottimi atleti dotati di grande fisicità. Credo che una squadra come il Castanea oltre a qualche altra lotterebbe per vincere la serie C svedese. Le differenze ci sono, il gioco è molto veloce ma comunque è sempre pallacanestro, sport dal linguaggio universale”.