Il prossimo 27 marzo al Monte di Pietà si svolgerà la presentazione del romanzo scritto da Francesco Caringella ed intitolato “Non sono un assassino”. L’opera acquista rilevanza in quanto rappresenta uno dei possibili candidati al Premio Strega 2015. L’autore, barese d’origine, ha voluto mettere in evidenza come la dicotomia fra verità processuale e verità storica si rafforza nella deprecabile immutabilità del pensiero umano. Caringella è Consigliere di Stato dal 1997 ed è anche componente della Commissione di Garanzia presso l’AGCom. Ha realizzato numerose pubblicazioni giuridiche di diritto amministrativo ed ha già scritto un romanzo dal titolo “Il colore del vetro”.
Con “Non Sono un assassino” Caringella propone ai lettori un legal thriller che trae spunto dalle esperienze maturate agli inizi della sua carriera giudiziaria, avendo ricoperto anche la funzione di giudice penale presso il Tribunale di Milano. Da un lato quindi ci si trova di fronte ad un uomo costretto a difendersi dall’accusa di omicidio e dall’altra la lacerazione di un giudice chiamato a dover decidere il destino di un uomo. Caringella ha così commentato il suo lavoro: “E’ il dilemma dell’uomo, nella vita quotidiana distinguere la verità e la menzogna è difficile. Per un giudice questo dramma dell’individuo è ancora più accentuato perché il magistrato ha un compito disumano, giudicare e decidere la vita di un altro uomo e quest’incarico deve svolgerlo con una sfida infernale, accertare la verità in un processo in cui tutti mentono. In passato esistevano due realtà, quella storica e quella processuale; si poneva il problema se la verità processuale coincidesse con quella reale, cioè se il giudice trovasse le chiavi per accedere all’autenticità. Adesso c’è una terza verità, quella mediatica che viene stabilita da un tribunale televisivo e giornalistico e che non ha luoghi, non ha tempi, non ha modi, non ha regole. La realtà mediatica arriva prima di quella processuale perché immediata, spesso è inappellabile e convince l’opinione pubblica di una effettività rispetto alla quale la verità processuale arriverà tardi e potrà risultare inutile. I processi mediatici creano delle fazioni, innocentisti e colpevolisti, il pubblico si affeziona alla tesi più seducente e non all’ipotesi più vera, a quella che crea più interesse e più morbosità. Questa situazione rischia di condizionare i giudici che, prima di valutare, probabilmente hanno seguito i talk-show, si sono fatti un’idea che, poi, è difficile modificare nell’ambito del processo”. Alla conversazione con lo scrittore pugliese prenderanno parte il dott. Filippo Romano (Commissario straordinario della Provincia Regionale di Messina), l’avv. Vincenzo Ciraolo (presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina), l’avv. Alberto Vermiglio (membro della Giunta nazionale Aiga) e l’avv. Frida Simona Giuffrida (presidente di Aiga Messina). Ad introdurre l’incontro sarà il direttore della Gazzetta del Sud, Alessandro Notarstefano, e seguiranno gli interventi del dott. Roberto Chieppa (consigliere di Stato e segretario AGCom) e del prof. Fabio Cintioli (ordinario di diritto amministrativo). La giornalista Gisella Cicciò sarà la moderatrice dell’incotro. L’evento è patrocinato anche dalla Libreria Bonanzinga e dalla Caronte & Tourist.