Missione compiuta, seppur con qualche brivido di troppo, per il secondo anno di fila. Dalla rimonta del 2022 coronata dal successo contro il Taranto, alla nuova impresa, dopo un girone d’andata da incubo, con la salvezza raggiunta grazie alla vittoria nei playout sulla Gelbison. Lamine Fofana funge da trait d’union e spiega: “È stata una salvezza molto più sofferta rispetto all’anno scorso. Nel girone d’andata abbiamo fatto soltanto 11 punti, sapevamo che da gennaio dovevamo fare qualcosa di più. Non siamo riusciti a salvarci direttamente, ma arrivati ai playout ce la siamo giocata come doveva essere”.
Per l’1-0 contro la Gelbison che ha scacciato i fantasmi sono stati decisivi il gol liberatorio di Ragusa e le straordinarie parate di Fumagalli: “Penso che i grandi giocatori, che sono i più esperti, in queste partite abbiano dimostrato il loro valore e l’appartenenza alla maglia, vedi le parate di Fumagalli o il gol di Ragusa. Non aveva mai segnato da quando è arrivato ma ha realizzato il gol più importante della stagione e ci è bastato quello”.
Sulla sua di stagione, condita da due reti in 37 presenze complessive, il centrocampista ivoriano commenta: “Ho avuto alti e bassi rispetto all’anno scorso, ma ogni volta che sono sceso in campo ho cercato di dare il massimo per aiutare la squadra a raggiungere questo obiettivo della salvezza. Spero che il Messina nei prossimi anni riesca a stare più in alto e fare un altro campionato rispetto a questo. La piazza merita qualcosa di più, come andare nei playoff. È una grande città, alla quale mi sono affezionato, qui ho passato due anni bellissimi, ma non so cosa ci riserverà il futuro”.
La spinta dei tifosi in occasione della gara dei playout è stata determinante. Un entusiasmo che adesso non va assolutamente disperso, anche alla luce dell’abbraccio ricevuto durante le visite nelle scuole cittadine, l’ultima delle quali all’Istituto Comprensivo “Battisti-Foscolo” con Fofana tra i protagonisti: “Ho provato un’emozione grandissima, mi sono sentito un giocatore vero vedendo la curva così, in Serie C non è da tutte le piazze. In questi anni ho indossato la fascia da capitano e non è cosa da tutti, devi dare l’esempio ai ragazzi che sono in campo e a quelli fuori, sudando la maglia e facendo qualcosa in più affinché la squadra ti segua. Spero di aver dato il massimo ogni volta che l’ho indossata. Sono stato contento di condividere un po’ di questa stagione a scuola con i ragazzi, per me è stata una giornata fantastica”.