Può considerarsi definitivo il proscioglimento del Messina, in merito alla questione della fideiussione presentata in estate a corredo della domanda d’iscrizione. La Procura, ovvero l’accusa, ha rinunciato infatti al ricorso che si sarebbe dovuto discutere davanti alla Corte Federale d’Appello. Non vi sarà quindi un processo di secondo grado. Soddisfatto l’avvocato napoletano Eduardo Chiacchio, che ha tutelato gli interessi dell’ACR nelle aule romane: “Il club era in una posizione delicata, ma siamo riusciti a fare valere le nostre ragioni. Posso finalmente considerare esaurito il mio incarico”. L’assoluzione ha consentito di evitare anche la penalizzazione di un punto in classifica.
La società presieduta da Natale Stracuzzi a questo punto deve chiarire soltanto gli aspetti relativi alla seconda garanzia assicurativa, presentata in una fase successiva e stipulata con la Gable, compagnia di assicurazioni con uffici a Londra ma sede legale a Vaduz, in Liechtenstein. Un passaggio reso obbligatorio dal fatto che a Firenze la prima polizza non era più stata ritenuta valida dalla stessa Lega Pro, che ha sconfessato anche le sue precedenti determinazioni. Particolarmente ampio il novero delle società coinvolte, dalla Sampdoria al Bari in A e B, a ben venti club di Lega Pro: Akragas, Arezzo, Casertana, Fidelis Andria, Fondi, Lupa Roma, Maceratese, Matera, Melfi, Mantova, Messina appunto, Modena, Olbia, Pordenone, Reggina, Siena, Santarcangelo, Siracusa, Taranto e Venezia.
Secondo indiscrezioni non confermate, a venire in soccorso a tutti questi club sarebbe adesso un colosso delle assicurazioni, che dovrebbe consentire il rispetto degli impegni assunti dalla Gable. Ciò dovrebbe garantire la copertura di gran parte della polizza da 350.000 €, presentata nel luglio scorso dal club (circa l’80%, secondo indiscrezioni filtrate nelle ultime ore). A questo punto, entro il termine fissato per il prossimo 31 gennaio, il Messina dovrà soltanto coprire la somma restante, rimasta ancora scoperta, con un’apposita integrazione. Un passaggio che potrebbe avere risvolti anche sulle trattative societarie, se si considera che anche la lettera d’intenti stipulata lo scorso 2 gennaio da Stracuzzi e dall’imprenditore ennese Franco Proto aveva ad oggetto la gestione ordinaria e le esposizioni previste in corso d’opera.
Attenuate le preoccupazioni sul fronte fiscale e disciplinare, per l’ACR c’è comunque tanta strada da compiere. La classifica resta preoccupante, la situazione debitoria dovuta ad otto anni di gestioni non certo virtuose resta delicatissima e nonostante ciò dal mercato invernale dovranno arrivare innesti più che dolorose rinunce, oltre ad un necessario sfoltimento di una rosa troppo vasta e non sufficientemente competitiva. L’auspicio è che anche dal punto di vista societario e dirigenziale la ridda di indiscrezioni che si trascinano da otto mesi possa ritenersi presto conclusa.